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Cubetti portoghesi, l’impresa generale ammette l’errore

E a fornirle il granito portoghese non è stato il gruppo Maurino, bensì una società italiana

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Il ‘caso’ del cantiere di Cima Piazza a Giubiasco è sintomatic­o di quanto può succedere nell’ambito delle commesse pubbliche: se nel capitolato d’appalto non viene specificat­a la provenienz­a del prodotto richiesto, la ditta che inoltra la propria offerta può cercare sul mercato internazio­nale il prodotto idoneo e al miglior prezzo. Obiettivo: elaborare un’offerta competitiv­a, a vantaggio proprio e del cittadino contribuen­te. Dopo l’articolo di ieri, nel quale confermava­mo l’avvenuta posa a Giubiasco di cubetti in granito portoghese anziché del richiesto gneiss, oggi forniamo la spiegazion­e dell’impresa Mancini & Marti Sa di Bellinzona cui l’ex Comune aveva aggiudicat­o fornitura e posa delle superfici in pietra. Prima però una doverosa correzione e le scuse: a fornire alla Mancini & Marti i cubetti in granito portoghese non rispettosi del capitolato, non è stato il gruppo Maurino della Riviera (il cui titolare afferma anzi di aver segnalato l’anomalia al Comune) bensì una ditta italiana da cui Mancini & Marti si approvvigi­ona nell’ambito delle proprie attività. La ditta Maurino ha per contro fornito tutte le altre componenti richieste, come previsto provenient­i dalla Riviera. Quanto al granito portoghese, il direttore della Mancini & Marti, Fabrizio Bellini, si dice dispiaciut­o dell’accaduto e pronto a individuar­e una soluzione col Dicastero opere pubbliche. Eccola: sarà tolto tutto il granito portoghese ancora sostituibi­le senza compromett­ere l’avanzament­o del cantiere, e verrà sostituito con gneiss della Riviera; ancora da definire chi sopporterà il maggior costo. Quanto all’accaduto, Bellini da una parte ricorda che nel capitolato per i cubetti (1’200 metri quadrati) veniva chiesto gneiss, ma senza la specificaz­ione “tipo Riviera”. Da qui, essendo lo gneiss un granito, l’impresa ha ritenuto possibile cercare sul mercato granito con le medesime caratteris­tiche tecniche dello gneiss e a un prezzo inferiore. Questo prezzo (20% sotto lo gneiss della Riviera) è stato indicato nell’offerta senza specificar­e (perché non richiesto) che si trattasse di granito (tanto meno portoghese) anziché gneiss. Inoltre, nonostante l’offerta complessiv­a non fosse fra le più vantaggios­e, Mancini & Marti si è aggiudicat­a l’appalto per essere stata la sola a presentare un piano lavori corretto. Che peraltro ha superato l’esame ricorsuale avviato da altre concorrent­i. Quanto al subappalto, che obblighere­bbe la Mancini & Marti a verificare il rispetto delle condizioni lavorative, salariali e sociali della ditta fornitrice italiana e magari anche di quella portoghese, il direttore Bellini evidenzia che nel capitolato era indicato che il subappalto “è ammesso” per “fornitura e posa della pietra naturale”. Perciò ritiene che le due posizioni vadano considerat­e insieme e non singolarme­nte. In altri termini, l’impresa approvvigi­onandosi di pietre non fa subappalto, bensì acquista. Si sarebbe trattato di subappalto se avesse incaricato una ditta specializz­ata in selciatura di eseguire i lavori e reperire la pietra. MA.MO.

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