‘Non pensiamo così di aver allontanato i ‘giudici stranieri’’
Dieter Freiburghaus, esperto di politica europea, è stato dal 1988 al 2007 professore ordinario all’Istituto di alti studi in amministrazione pubblica (Idheap) di Losanna. A suo parere, il Consiglio federale, che «ha fatto molto per avere un’opinione unica sulla politica europea», ha soprattutto trovato una nuova parola: ‘tribunale arbitrale’. «Un’altra parola miracolo, come ce ne sono state molte nella nostra politica europea:basti pensare alla ‘clausola di salvaguardia’».
Professore, il Consiglio federale ha scartato l’idea di un grande pacchetto ‘Bilaterali III,’ limitando al minimo la cosiddetta ‘massa negoziale.’ Ha fatto bene?
Credo di sì. Concentrarsi sulle questioni istituzionali [l’accordo quadro, ndr] e sull’elettricità, un dossier nel quale i negoziatori sono già molto avanti e che diventa urgente, mi sembra giudizioso. Non ho mai pensato che un ‘multipack’ possa essere spiegato facilmente al popolo svizzero. L’accordo sull’elettricità non è particolarmente delicato sul piano interno. Per contro, le questioni istituzionali – con il discorso sui ‘giudici stranieri’ che va di pari passo – rimangono una grossa ipoteca. Ma se pensiamo, con un tribunale arbitrale, di aver allontanato i ‘giudici stranieri’, ci sbagliamo.
L’Ue potrà mai accettare che sia un tribunale arbitrale, e non la sua Corte di giustizia, a decidere quale diritto entra in gioco in caso di controversia
e, dunque, chi avrà l’ultima parola?
No, in alcun caso. Prendiamo l’ambito – immenso, è la sostanza degli accordi bilaterali – del diritto europeo, che è stato letteralmente ripreso dalla Svizzera. Ora, la Corte di giustizia dell’Ue (Cgue) potrebbe accettare un tribunale arbitrale e chiedere a questa che si rivolga a lei per un parere. Ma non rinuncerebbe mai all’interpretazione definitiva di questo diritto. Poi negli accordi bilaterali c’è una parte di diritto comune: qui è immaginabile che il tribunale arbitrale possa decidere in ultima istanza. Ma credo che il suo ambito di competenza alla fine sarà estremamente limitato. Nella maggior parte dei casi, sarà la Cgue a decidere in ultima istanza. Il tribunale arbitrale non è una soluzione miracolo.
Niente accordo quadro: cosa succede?
Le relazioni bilaterali si degraderanno. Le aziende elvetiche, in molti settori, perderanno la certezza sul diritto applicabile in casi concreti. E si sa: l’incertezza giuridica nuoce agli investimenti. Non sarà la catastrofe, certo. Ma avremo una situazione simile a quella del dopo 9 febbraio [il ‘sì’ popolare all’iniziativa ‘contro l’immigrazione di massa’, ndr].