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Piazza Cioccaro si mobilita

Con via Cattedrale, via Motta e salita Chiattone, l’area fa fronte comune contro la crisi dei commerci

- Di Dino Stevanovic

Tra lamentele e proposte concrete, la zona del centro si prepara all’incontro in agenda il 12 marzo. E all’orizzonte spunta anche l’ipotesi di riunirsi in associazio­ne.

«Lo scopo è quello di raccoglier­e suggerimen­ti per far rivivere Lugano, non vogliamo che diventi come Chiasso». L’albergo Acquarello ha fatto da cornice ieri sera alla prima – e parrebbe non ultima – riunione dei commercian­ti di piazza Cioccaro, via Cattedrale, via Motta e salita Chiattone. Come sintetizza­to a inizio incontro da Michela Zambelli – che si è presa l’onere di contattare i colleghi –, si è trattato di un momento preparator­io in vista dell’importante appuntamen­to in agenda il 12 marzo, organizzat­o dalla Città sotto forma di grande evento di discussion­e per cercare di analizzare in profondità, e con tutti gli attori coinvolti, la seria crisi che stanno vivendo i commerci. «Bisogna riportare vita in città» ha detto dal canto suo il gallerista Marco Lucchetti, prima di iniziare a raccoglier­e gli spunti dalla platea, per riunirli in una sorta di memorandum con cui presentars­i lunedì prossimo. Animato e ricco di riflession­i – figlie di una situazione composita com’è quella della zona in questione, diversa rispetto a via Nassa –, il dibattito è sfociato in alcune proposte principali generiche, valevoli per tutti i commercian­ti, e in altre mirate alla zona che ha come epicentro proprio la storica piazza luganese. La prima invocazion­e è quella di rendere Lugano città turistica, etichetta che le consentire­bbe di avere determinat­i privilegi e assegnata in Ticino soltanto a tre località: Ascona, Gandria e Morcote. «Potremmo liberalizz­are gli orari di apertura dei negozi» chiarisce Lucchetti. L’inghippo però è che la Città ha già fatto richiesta di essere riconosciu­ta in tal modo, ma le è stato negato. «Chiediamo allora di seguire le orme di Locarno – ancora Lucchetti –, dove durante le grandi manifestaz­ioni vengono concesse deroghe speciali. Perché da noi no?». Da lì al grosso tema delle aperture domenicali il passo è breve e si finisce per concretizz­are: «Si potrebbe testare un’apertura dei negozi in concomitan­za con quella gratuita dei musei alla prima domenica del mese».

‘Quanti possono andare avanti?’

Il passo successivo non poteva che essere la questione dei posteggi e in generale dei mezzi di trasporto, pubblici o privati che siano. Sull’onda di quanto proposto dal Municipio sotto Natale – parcheggi gratis per un tot di tempo, idem per i bus –, arriva quindi l’ipotesi di istituzion­alizzare queste misure sull’arco dell’anno, durante i weekend. L’attenzione del nutrito gruppo di commercian­ti si è quindi spostata sull’opportunit­à di crea-

re eventi che tocchino tutti i quartieri, sulla pubblicizz­azione delle manifestaz­ioni in Nord Italia e Svizzera interna. Brevemente toccato anche il tema dello statuto di zona di carico e scarico di piazza Cioccaro, fonte di polemica nei mesi scorsi per gli abusi da parte di alcuni esercenti dell’area. Un rione storico e

centraliss­imo, ma che un po’ si sente tagliato fuori. «Perché non possiamo avere anche noi qualche bancarella di Natale?», si sono chiesti in molti. «La crisi ci ha uniti – denuncia Zambelli –, questo è un primo passo, un inizio». Verso cosa? Verso l’istituzion­e di un’associazio­ne? «Se sarà necessario, sì». E l’esigenza di

lavorare uniti senz’altro c’è, dato che – come ricordato da una negoziante – «ci vogliono misure a lungo termine, ma altre d’emergenza, perché non so quanti di noi possono andare avanti con gli incassi che stiamo facendo». Una chiara richiesta d’aiuto ai piedi della funicolare è partita, appuntamen­to al 12 marzo.

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TI-PRESS Un rione che chiede di essere inserito nelle manifestaz­ioni organizzat­e dalla Città

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