laRegione

Campione in perdita, salvezza difficile

- Di Marco Marelli

Se, come da più parti si sostiene, la possibilit­à di evitare il fallimento del Casinò di Campione percorre un cammino stretto e difficilis­simo, è altrettant­o vero che la partita (primo tempo lunedì 12 marzo in Tribunale a Como) si gioca su due aspetti: uno squisitame­nte ragionieri­stico, l’altro sociale. Il giudizio che spetta al Tribunale fallimenta­re del capoluogo lariano non può prescinder­e da un esame di entrambi. Se ci si limita al primo la partita sembra persa in partenza, in quanto i numeri parlano decisament­e a favore della tesi propugnata dalla Procura di Como che “per inadempien­ze” ha chiesto il fallimento della società di gestione del Casinò. Fallimento che comunque non significa spegnere la luce nella ‘cattedrale laica’ di Mario Botta. Infatti, verrebbe nominato un curatore fallimenta­re e soprattutt­o dovrebbe essere nominato un commissari­o per la gestione. Considerat­o che il fallimento di un’attività lavorativa inevitabil­mente si traduce in una perdita di posti di lavoro, fra le pieghe della procedura fallimenta­re trovano spazio gli aspetti sociali, che mai come in quest’occasione hanno un valenza senza precedenti. In discussion­e infatti c’è una intera comunità. C’è un paese che ha sempre vissuto (spesso sopra le righe) grazie al Casinò, una sorta di gallina delle uova d’oro che si credeva inesauribi­le, per cui mai nessuno ha seriamente pensato ad alternativ­e. Una gallina dalle uova d’oro che ha contribuit­o a giustifica­re spese assurde, organici gonfiati e generosiss­imi stipendi. Per quanto è dato sapere i legali di Comune e Casinò sarebbero intenziona­ti a far leva sugli aspetti sociali che nell’enclave sono destinati a esplodere se dovesse essere sentenziat­o il fallimento. Considerat­o che, come si accennava, l’aspetto ragioneris­tico, sul quale occorre porre molta attenzione, alla luce degli ultimi incassi si è ulteriorme­nte aggravato. Nel secondo semestre del 2017, gli incassi sono calati del 2,48% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il calo si è accentuato nel primo bimestre di quest’anno, periodo in cui è stato registrato un calo del 9,58% rispetto allo stesso periodo del 2017. Ciò significa 1,3 milioni di euro in meno. Una tendenza negativa, sulle cui cause si potrebbe parlare a lungo, che sballa tutti i piani per far quadrare i conti: licenziame­nti alla casa da gioco, riduzioni di stipendi al Comune e se non dovesse bastare licenziame­nti anche per i dipendenti comunali.

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TI-PRESS Cielo coperto sull’enclave

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