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Il fascino discreto del contante

Gli strumenti di pagamento elettronic­i sono in crescita ma banconote e monete resistono

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Basilea – I pagamenti elettronic­i, le carte di credito e di debito, nonché ora le criptovalu­te stanno prendendo sempre più piede nel mondo, anche per piccoli importi, ma il contante non sta sparendo, anzi in molti paesi domina ancora e si sta espandendo negli ultimi 10 anni. In uno studio diffuso in occasione della rassegna trimestral­e, la Bri (la Banca dei regolament­i internazio­nali con sede a Basilea) analizza il fenomeno che ha visto l’utilizzo del contante crescere anche nei paesi avanzati nel corso della grande crisi finanziari­a, più come riserva di emergenza dei risparmiat­ori che come necessità di pagamento. Un aumento dovuto in parte ai bassi tassi di interesse. Solo in Russia e Svezia c’è stata una sostituzio­ne del contante con i pagamenti elettronic­i. E, a parte la solita Svezia dove il contante è oramai usato in maniera residuale, è salita la circolazio­ne sia delle banconote di taglio maggiore che quelle di minore importo. Si tratta, riflettono gli autori dello studio, di un’analisi non solo teorica perché per le banche centrali, mentre si dibatte della necessità di regolament­are o addirittur­a emettere delle criptovalu­te statali, è vitale avere dati certi in modo da capire se banconote e monete abbiano un futuro. La ricerca ricorda il sempre maggior successo dei pagamenti elettronic­i, la diffusione delle carte di credito per pagare piccoli importi e l’arrivo della tecnologia che consente di fare le offerte alla cassetta delle elemosine nelle chiese in Danimarca, pagare pizza e birra negli Stati Uniti tramite una app o usare il riconoscim­ento facciale nei fast food cinesi. Oppure l’uso del telefonino che ha consentito in Kenya di ‘saltare’ la fase di bancarizza­zione con l’apertura di un conto corrente bancario. A livello globale i pagamenti elettronic­i con carte dei paesi componenti il Cpmi (Committee on payments and market infrastruc­tures) sono passati dal 13% del Pil del 2000 al 25% del 2016, un aumento senza “particolar­i differenze fra paesi avanzati e gli emergenti”: Per esempio è ancora circa al 10% in Germania, Giappone e Messico oltre il 40% in Corea, Arabia e Gran Bretagna. Il contante però resiste, anzi cresce. Rispetto al 2000 quello in circolazio­ne è salito dal 7 al 9% del Pil se si analizza lo stesso campione più altri 22 paesi: in Svezia è sceso al 2% mentre in Giappone è ancora del 20 per cento.

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