Rimborsi, il CdS attacca il pg
Il vicepresidente del governo: inchiesta teatrale. Noseda: ‘Per dovere istituzionale non commento’ Zali: un unicum nella recente storia giudiziaria ticinese. Agustoni: non coinvolgete il parlamento nelle vostre vertenze con la Procura.
Se quello del vicepresidente del Consiglio di Stato Claudio Zali – già giudice d’Appello, già presidente del Tribunale penale cantonale – non è stato un attacco frontale al procuratore generale, poco ci è mancato. Sullo sfondo il tema dei rimborsi forfettari e dei benefit senza base legale che gli ultimi governi hanno riconosciuto ai propri componenti e all’ex Cancelliere. Rispondendo ieri in Gran Consiglio – a nome dell’Esecutivo – a un’interpellanza di Matteo Pronzini, e in particolare a una delle domande formulate dal deputato dell’Mps (“Per quale ragione non si è fatto avere al procuratore generale tutto il materiale del Controllo cantonale delle finanze?”), Zali ha dichiarato che «il governo non ha nascosto niente a nessuno, tantomeno al pg». La documentazione «è stata acquisita dal pg grazie a una perquisizione, eseguita da funzionari del Ministero pubblico». Funzionari, ha aggiunto Zali, presentatisi a Palazzo delle Orsoline «senza preavviso e all’insaputa dei consiglieri di Stato». “Senza preavviso e all’insaputa” dei ministri... E questo è stato solo l’antipasto. In quella perquisizione, ha proseguito Zali, è stato così acquisito «tutto ciò che era stato ritenuto rilevante». Poi la bordata. «La teatralità degli atti procedurali compiuti dal procuratore generale, culminata nell’istituzionalmente imbarazzante interrogatorio in simultanea di tre consiglieri di Stato da parte di altrettanti procuratori, si è rivelata carente in termini di efficacia – ha detto Zali –. Da cui la riapertura di un procedimento appena concluso con un decreto d’abbandono. Riapertura anch’essa teatrale, inevitabilmente sfociata poco dopo in un nuovo decreto d’abbandono. Un unicum nella recente storia giudiziaria del Cantone la cui responsabilità ricade istituzionalmente su chi il procedimento lo doveva condurre e non certo sul governo che il procedimento lo ha solamente subìto». Parole istituzionalmente pesanti, molto pesanti. Interpellato dalla ‘Regione’, John Noseda afferma: «Per dovere istituzionale non commento le dichiarazioni dell’onorevole Zali». Non aggiunge altro. A replicare a Zali, e dunque al governo, ci ha pensato il capogruppo del Ppd. «Il Consiglio di Stato ha in buona sostanza rinfacciato al pg di essere un impresario teatrale. Io credo – ha osservato Maurizio Agustoni – che se il governo ha delle vertenze con il Ministero pubblico, tali vertenze le debba far valere nell’ambito dei rapporti bilaterali tra il Consiglio di Stato e il Ministero pubblico e non debba coinvolgere quest’aula parlamentare in discussioni tra poteri dello Stato». Un intervento istituzionalmente ineccepibile.