Sul trenino tre ‘sicurezze’
Dimessa già in serata, dopo l’incidente, la 11enne incastrata in un convoglio diretto a Lugano L’inchiesta sta appurando se vi sia stato un guasto meccanico o elettrico oppure se l’utente abbia avuto nel salire un comportamento inadeguato
«Il primo pensiero va alla bambina». È sollevato Roberto Ferroni, direttore delle Ferrovie luganesi Sa, nel rispondere ai nostri interrogativi in merito alla sicurezza dei trenini della Lugano Ponte Tresa, il giorno dopo l’incidente che ha coinvolto un’undicenne di Magliaso (cfr. ‘la Regione’ di ieri), incastrata con un piede in un convoglio. Le sue condizioni sono buone, tanto che già nella serata di lunedì è stata dimessa dall’ospedale e ha potuto tornare a casa. Nessuna ferita particolarmente grave e nessuna frattura confermano che alla scolaretta è andata bene. «Sono contento perché siamo in stretto contatto con la famiglia già da poco dopo l’incidente – ci spiega quanto avvenuto il direttore –, la mamma ci informa regolarmente, ci ha parlato anche questa mattina (ieri per chi legge, ndr) facendoci sapere che la bambina sta bene e questo per noi è qualcosa di molto importante. Ciò fa del bene sia a noi sia al nostro autista sia alla bambina stessa che dovrà risalire sul treno. Buone relazioni fra utenza e società di trasporti vanno oltre alla definizione di chi abbia la responsabilità». Al di là delle ‘colpe’ dunque. Ma quali i sistemi di sicurezza attivi sui treni della ferrovia locale? «Ce ne sono tre, non uno, di sistemi di sicurezza – ci risponde con precisione di elementi Ferroni –. I nostri treni sono omologati con le sicurezze che hanno a bordo: una sul gradino, una attraverso una fotocellula subito all’interno (che inquadra dai piedi al bacino del passeggero) e una, fisica e di gomma, sulla porta in chiusura. Queste sicurezze vengono controllate dai nostri servizi tecnici ogni mese; questo treno era stato controllato il 21 febbraio risultando conforme, informazioni che abbiamo tutte protocollate».
Lo scorso settembre era stata lanciata una campagna di sensibilizzazione che verrà portata anche nelle scuole
Quali i possibili motivi della mancata attivazione dell’impianto di allarme? «Cosa sia successo su questa porta – rimarca con franchezza il direttore – questo non lo so; c’è un’inchiesta in corso curata dalla Polizia scientifica e dal Servizio d’inchiesta svizzero sulla sicurezza, quindi nella fattispecie non conosciamo ancora per certo le cause che hanno compromesso questa attivazione. Se cioè il motivo è da ricondurre a un guasto meccanico o a un guasto elettrico oppure se è stato un comportamento dell’utente inadeguato». Di sicurezza, peraltro, le Ferrovie luganesi hanno discusso anche recentemente, come ci conferma Ferroni: «Abbiamo lanciato una campagna sicurezza nel mese di settembre dello scorso anno, campagna che vogliamo portare anche nelle scuole affinché si spieghi il comportamento da adottare non solo nel salire sul treno, ma anche nell’attra- versamento dei binari o quando si attende su una panchina. Nel salire su un treno, per esempio, raccomandiamo sempre di schiacciare il pulsante della porta, perché se la porta si chiude, si ritira anche il gradino compromettendone la sicurezza. Se l’utente sale, quindi, correttamente ha tre sicurezze a disposizione, se non sale correttamente non ne ha più tre. È importante, dunque, per l’utente conoscere il modo giusto di accedere allo scompartimento». Tutto è bene quel che finisce bene. L’invito resta ad ogni modo di dedicare la massima attenzione ad ogni momento della nostra quotidianità, spesso compromessa da piccole disattenzioni capaci di metterci in grave pericolo.