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Videosorve­gliati da vicino

Mendrisio si prepara a potenziare la rete di telecamere sul territorio. Ma la Gestione si divide

- Di Daniela Carugati

La maggioranz­a sposa la linea del Municipio. La minoranza richiama alla cautela: ‘Meglio rinviare il messaggio e rifletterc­i su ancora un po’’.

Videosorve­gliati e sicuri. In questi ultimi dieci anni aver puntato l’obiettivo sui luoghi sensibili del territorio ha certo dato una mano alla polizia: è indubbio. L’occhio elettronic­o non è, però, che uno strumento al servizio di chi opera sul campo, a Mendrisio come nel resto del cantone. Per il Municipio della Città è venuto, in ogni caso, il momento di potenziare il sistema di videocamer­e ‘acceso’ ormai fra il 2005 e il 2008, approfitta­ndo di ciò che la tecnologia oggi offre. Un ampliament­o motivato, non a caso, dall’esigenza altresì di “migliorare il concetto di Polizia di prossimità”. In questo modo, si veicola, si possono fornire risposte efficaci alla cittadinan­za e al contempo attivare un deterrente per i malintenzi­onati. Si è quindi deciso di sollecitar­e al Consiglio comunale – che si esprimerà lunedì prossimo – un investimen­to di 1,3 milioni. Ovvero quanto basta per ammodernar­e l’impianto e posare altre 14 telecamere di ultima generazion­e da puntare su “luoghi strategici”, estendendo la rete al di fuori di Mendrisio Borgo, ad alcuni quartieri della Città. Sul fatto che il Comune debba poter contare su una rete di videosorve­glianza al passo con i tempi e gli obiettivi dell’autorità, del resto, nessuno ha nulla da dire, neanche all’interno della Commission­e della gestione. A far discutere i commissari, tanto da dividere i pareri, è semmai il modello da applicare. Per i più critici è una questione di finanze, ma anche di proporzion­alità delle misure da adottare a tutela della sicurezza pubblica. E qui all’interno della Gestione si sono imboccate due strade diverse. La maggioranz­a, per voce del consiglier­e Ppd Davide Rossi, ha sposato in toto la linea dell’esecutivo. Inclusa la scelta di far capo a videocamer­e in grado di leggere e imprimere nella loro memoria pure il numero di targa di un’auto, al pari di quanto oggi hanno in dotazione le Guardie di confine o usano taluni Comuni del Luganese. La minoranza, invece, si interroga piuttosto sulla modalità più aderente alla realtà di Mendrisio; mettendo sul piatto un dato su cui riflettere: le cifre della crimi-

nalità locale. “Negli ultimi anni – motivano infatti Gianluca Padlina (Ppd) e Françoise Gehring (IaS) – si sta assistendo a una generale diminuzion­e dei reati commessi sul territorio comunale”. In effetti, statistich­e alla mano, tra furti e rapine nel 2016 se ne sono contati cento in meno. Una evoluzione molto positiva, osservano, “il cui merito va evidenteme­nte riconosciu­to in primo luogo all’efficacia dell’azione della Polizia comunale e alla messa in esercizio delle nuove strutture”.

La tecnologia ha i suoi costi

La tematica, del resto, è delicata (soprattutt­o sul piano delle norme), quanto volubile (e influenzat­a da vari fattori) è la percezione della sicurezza da parte del cittadino. Se agli occhi della maggioranz­a il quadro è chiaro e “con regolament­i ben precisi a tutela della privacy”, per i due consiglier­i della minoranza ce n’è quanto basta per invitare a riconsegna­re il dossier (e la richiesta di credito) nelle mani del Municipio. Prima di decidere, si suggerisce, meglio approfondi­re la tematica e presentare il progetto di un nuovo regolament­o. Volendo essere prosaici, l’importo richiesto, fanno notare Padlina e Gehring, risulta essere “estremamen­te elevato” a fronte, ricordano, di finanze comunali “sotto pressione” e con il rischio di dover procedere a un aumento del moltiplica­tore, che rimane concreto. A conti fatti, rendono noto, per ogni telecamera di ultima generazion­e si è chiamati a spendere 13’300 franchi. Il che potrebbe rivelarsi un “particolar­e decisivo”. Non è, dunque, il caso, si esorta, di “valutare in maniera approfondi­ta possibili alternativ­e meno costose e, parallelam­ente, la possibilit­à di una distribuzi­one più capillare sul territorio, che il margine di risparmio, ritenuto potenzialm­ente importante, dovrebbe in ogni caso permettere”? I due consiglier­i, insomma, non intravedon­o l’urgenza di essere altamente tecnologic­i. Potrebbe rivelarsi più vantaggios­o ed efficace, rilanciano, sistemare sul territorio cittadino un numero superiore di videocamer­e, soprattutt­o nei quartieri.

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TI-PRESS/INFOGRAFIC­A LAREGIONE Adesso tocca al Consiglio comunale

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