Videosorvegliati da vicino
Mendrisio si prepara a potenziare la rete di telecamere sul territorio. Ma la Gestione si divide
La maggioranza sposa la linea del Municipio. La minoranza richiama alla cautela: ‘Meglio rinviare il messaggio e rifletterci su ancora un po’’.
Videosorvegliati e sicuri. In questi ultimi dieci anni aver puntato l’obiettivo sui luoghi sensibili del territorio ha certo dato una mano alla polizia: è indubbio. L’occhio elettronico non è, però, che uno strumento al servizio di chi opera sul campo, a Mendrisio come nel resto del cantone. Per il Municipio della Città è venuto, in ogni caso, il momento di potenziare il sistema di videocamere ‘acceso’ ormai fra il 2005 e il 2008, approfittando di ciò che la tecnologia oggi offre. Un ampliamento motivato, non a caso, dall’esigenza altresì di “migliorare il concetto di Polizia di prossimità”. In questo modo, si veicola, si possono fornire risposte efficaci alla cittadinanza e al contempo attivare un deterrente per i malintenzionati. Si è quindi deciso di sollecitare al Consiglio comunale – che si esprimerà lunedì prossimo – un investimento di 1,3 milioni. Ovvero quanto basta per ammodernare l’impianto e posare altre 14 telecamere di ultima generazione da puntare su “luoghi strategici”, estendendo la rete al di fuori di Mendrisio Borgo, ad alcuni quartieri della Città. Sul fatto che il Comune debba poter contare su una rete di videosorveglianza al passo con i tempi e gli obiettivi dell’autorità, del resto, nessuno ha nulla da dire, neanche all’interno della Commissione della gestione. A far discutere i commissari, tanto da dividere i pareri, è semmai il modello da applicare. Per i più critici è una questione di finanze, ma anche di proporzionalità delle misure da adottare a tutela della sicurezza pubblica. E qui all’interno della Gestione si sono imboccate due strade diverse. La maggioranza, per voce del consigliere Ppd Davide Rossi, ha sposato in toto la linea dell’esecutivo. Inclusa la scelta di far capo a videocamere in grado di leggere e imprimere nella loro memoria pure il numero di targa di un’auto, al pari di quanto oggi hanno in dotazione le Guardie di confine o usano taluni Comuni del Luganese. La minoranza, invece, si interroga piuttosto sulla modalità più aderente alla realtà di Mendrisio; mettendo sul piatto un dato su cui riflettere: le cifre della crimi-
nalità locale. “Negli ultimi anni – motivano infatti Gianluca Padlina (Ppd) e Françoise Gehring (IaS) – si sta assistendo a una generale diminuzione dei reati commessi sul territorio comunale”. In effetti, statistiche alla mano, tra furti e rapine nel 2016 se ne sono contati cento in meno. Una evoluzione molto positiva, osservano, “il cui merito va evidentemente riconosciuto in primo luogo all’efficacia dell’azione della Polizia comunale e alla messa in esercizio delle nuove strutture”.
La tecnologia ha i suoi costi
La tematica, del resto, è delicata (soprattutto sul piano delle norme), quanto volubile (e influenzata da vari fattori) è la percezione della sicurezza da parte del cittadino. Se agli occhi della maggioranza il quadro è chiaro e “con regolamenti ben precisi a tutela della privacy”, per i due consiglieri della minoranza ce n’è quanto basta per invitare a riconsegnare il dossier (e la richiesta di credito) nelle mani del Municipio. Prima di decidere, si suggerisce, meglio approfondire la tematica e presentare il progetto di un nuovo regolamento. Volendo essere prosaici, l’importo richiesto, fanno notare Padlina e Gehring, risulta essere “estremamente elevato” a fronte, ricordano, di finanze comunali “sotto pressione” e con il rischio di dover procedere a un aumento del moltiplicatore, che rimane concreto. A conti fatti, rendono noto, per ogni telecamera di ultima generazione si è chiamati a spendere 13’300 franchi. Il che potrebbe rivelarsi un “particolare decisivo”. Non è, dunque, il caso, si esorta, di “valutare in maniera approfondita possibili alternative meno costose e, parallelamente, la possibilità di una distribuzione più capillare sul territorio, che il margine di risparmio, ritenuto potenzialmente importante, dovrebbe in ogni caso permettere”? I due consiglieri, insomma, non intravedono l’urgenza di essere altamente tecnologici. Potrebbe rivelarsi più vantaggioso ed efficace, rilanciano, sistemare sul territorio cittadino un numero superiore di videocamere, soprattutto nei quartieri.