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L’opzione c’è, ed è seria

A Friborgo il Lugano non molla, e porta a casa il secondo punto facendo la differenza grazie alla scaltrezza e al lavoro.

- Dall’inviato Christian Solari

Friborgo – È una bella opzione. Anzi, forse anche qualcosina in più, sulla base di ciò che si è intuito dalle prime due sfide di questa serie. In cui il Lugano è davanti al Friborgo sostanzial­mente perché un po’ in ogni reparto la squadra di Greg Ireland è migliore rispetto a quella di Mark French. Che, però, e ci mancherebb­e, fa tutto ciò che è in suo possesso per restare aggrappata il più a lungo possibile al sogno di una semfinale. Pur se dopo le prime due uscite, per Sprunger e compagni di sicuro quel traguardo non s’è avvicinato. Consapevol­e di ciò che era successo sabato alla Resega, stavolta Mark French decide di riunire il trio delle meraviglie, piazzando Sprunger a fianco di Cervenka (giocatore di rara intelligen­za) e dell’altro ceco Michal Birner. Se decide di farlo, al di là delle assenze di Holos (di nuovo ammalato) e Slater (di nuovo rotto), è perché sa bene che in fase di copertura il Lugano lavora tanto e lavora bene. Impression­e confermata anche dalla rivincita alla BcfArena. Dove, non contento, il coach dei burgundi decide di mandare in pista addirittur­a cinque attaccanti (cioè le tre ‘superstar’ citate prima più Bykov e Rossi) durante le situazioni di superiorit­à numerica. Questo, tuttavia, senza riuscire a segnare durante ben otto minuti di superiorit­à numerica. Anche perché il boxplay del Lugano è un qualcosa di esemplare.

Di nuovo in pista senza Klasen – mossa scontata visto l’esito di gara 1, ma pure perché a Friborgo era chiaro che i bianconeri avrebbero dovuto fare i conti con una pressione asfissiant­e –, Lapierre e compagni dimostrano di possedere argomenti migliori rispetto ai loro avversari. Che partono subito a mille, al solito, e invece rientrano

alla prima pausa con due gol sul groppone. Quello è il vantaggio su cui il Lugano costruisce, mentre il Friborgo risponde sì con la classica foga, ma gli manca la precisione al momento buono. Anche perché, quando si presentano nel vivo della retroguard­ia ospite (dove Furrer e il canadese Johnston formano una gran bella coppia) devono poi fare i conti con un Elvis Merzlikins sempliceme­nte intrattabi­le. E che, fin qui, sta vincendo il duello a distanza con il suo rivale Barry Brust. Con i due che – siparietto curioso – ci manca davvero poco che non vengano alle mani all’imbocco del corridoio che porta agli spogliatoi, nella seconda pausa. Parlare adesso di serie segnata sarebbe azzardato, oltre che ingiusto. Tuttavia, in attesa di sapere che piega prenderà la rivincita di domani, non si può non notare che (dimentican­do il gol di Ulmer a porta vuota) in 120 minuti il Lugano al Friborgo ha segnato dieci gol, incassando­ne appena quattro. Qualcosa vorrà pur dire.

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KEYSTONE Il pesantissi­mo quarto gol dei bianconeri

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