Venti centesimi, sessanta punti
Svindal e Feuz in stagione hanno gareggiato praticamente allo stesso livello. Il bernese: ‘Niente calcoli, vado all’attacco’.
Ambisce alla consacrazione definitiva, Beat Feuz. Oggi il bernese ha la possibilità di coronare con la conquista della Coppa del mondo della discesa la sua stagione più riuscita e costante dal 2012, l’anno del grave infortunio al ginocchio che ne rallentò la crescita. Sarà probabilmente una lotta di centesimi, oltre che di nervi, con Aksel Lund Svindal, l’unico in grado di privare l’elvetico del Globo di cristallo di specialità. Un duello che, proprio sul filo dei centesimi, ha segnato tutta la stagione. Se si considerano le otto libere della stagione e la discesa delle Olimpiadi di Pyeongchang e si sommano i tempi rispettivi, si scopre che Feuz e Svindal sono separati solo da due piccoli centesimi di secondo, a favore dello svizzero. Togliendo la gara olimpica (Svindal vinse l’oro), la differenza sarebbe di 20 centesimi.
‘Nulla è deciso’
Come dire che, alla luce dei 26 chilometri di gara percorsi in otto discese, quei due decimi equivalgono ai 60 punti di margine di cui Feuz può disporre prima dell’ultimo sforzo di Are, pista che però Svindal ha più volte dimostrato di gradire parecchio. E ieri in prova non ha perso l’occasione di dimostrarlo. «In palio ci sono ancora 100 punti, nulla è deciso», ha ammonito il bernese, nel tentativo di affrontare la nona libera stagionale come ha fatto con quelle precedenti. Evitando, quindi, di caricarsi di ulteriori pressioni. «Era il mio obiettivo prima dei Giochi, continua a esserlo anche in Svezia». Con questo atteggiamento, a Pyeongchang è riuscito a mettere al collo due medaglie, il bronzo in discesa e l’argento in superG. Lo
stesso dicasi dei Mondiali di St. Moritz, dove conquistò il titolo. Se Svindal riuscisse a imporsi (su questa pista ha vinto il Mondiale nel 2007 e le discese del 2006 e del 2009), Feuz per spuntarla dovrebbe assicurarsi un piazzamento nei sei. Qualora il norvegese giungesse secondo, all’elvetico basterebbe un 13esimo posto. «Rispetto all’allenamento di ieri – ha detto Feuz – le condizioni di gara saranno diverse, perché la neve si indurirà. Ma non è a Svindal che devo guardare, bensì a me stesso. La sua prestazione non la posso influenzare, la mia sì. Attaccherò, come sono solito fare».