Prima i migliori
Il principio della preferenza indigena, cuore dell’iniziativa “Prima i nostri”, è stato affossato dal Gran Consiglio; non c’erano possibili margini di manovra, la legge era fuorilegge rispetto al diritto superiore, federale e internazionale. Importante adesso è lavorare uniti per una buona soluzione perché siamo tutti perfettamente consapevoli che il mercato del lavoro ticinese è confrontato con problemi di concorrenza sleale, dumping, pressione sui salari ed effetto sostituzione. L’iniziativa posta sul tavolo dall’Udc, che rimette in discussione la libera circolazione delle persone, è l’occasione per fare finalmente chiarezza su un accordo ritenuto il male di tutti i mali. Gli accordi bilaterali costituiscono una delle condizioni quadro fondamentali per l’ottimo andamento della nostra economia di questi anni; malgrado il franco forte e un costo della manodopera più alto rispetto all’estero, pur con un segreto bancario indebolito, l’economia svizzera ha saputo rinnovarsi e consolidarsi ai più alti livelli dando prova di capacità di innovazione e di grande qualità delle proprie prestazioni. Il Ticino ha peculiarità diverse rispetto a Basilea, Zurigo o Ginevra. E il saldo dei bilaterali è forse in chiaroscuro ma l’accordo di libera circolazione delle persone è stato per il nostro Cantone un fattore di crescita, innovazione e ritorno fiscale. Senza questo accordo i problemi rimarrebbero, considerando la nostra localizzazione incuneata in una Lombardia in crisi, ma potrebbero anche accentuarsi venendo a cadere le misure di accompagnamento. Misure che non vanno abbandonate bensì rafforzate – come attraverso il sistema di controlli in vigore – e confermate per migliorarne l’efficacia. Il Ticino è la terza realtà culturale della Svizzera e deve continuare a lottare per le proprie peculiarità nel rispetto però delle leggi e delle basi costituzionali. Per favorire i lavoratori residenti occorre insistere sulla qualità e sulla resilienza del mercato del lavoro indigeno. Servono parità di condizioni senza tuttavia obblighi da parte dello Stato. Bisogna rafforzare il partenariato sociale ma soprattutto la formazione professionale, la formazione continua e la riqualifica professionale in un mondo del lavoro sempre più flessibile e in continuo cambiamento. Il Plr lo ha detto chiaramente: “Prima i migliori, creiamo le condizioni affinché siano i nostri!”.