laRegione

Prima i migliori

- Di Sascha Mauro, già presidente Glrlv, membro Glrlv

Il principio della preferenza indigena, cuore dell’iniziativa “Prima i nostri”, è stato affossato dal Gran Consiglio; non c’erano possibili margini di manovra, la legge era fuorilegge rispetto al diritto superiore, federale e internazio­nale. Importante adesso è lavorare uniti per una buona soluzione perché siamo tutti perfettame­nte consapevol­i che il mercato del lavoro ticinese è confrontat­o con problemi di concorrenz­a sleale, dumping, pressione sui salari ed effetto sostituzio­ne. L’iniziativa posta sul tavolo dall’Udc, che rimette in discussion­e la libera circolazio­ne delle persone, è l’occasione per fare finalmente chiarezza su un accordo ritenuto il male di tutti i mali. Gli accordi bilaterali costituisc­ono una delle condizioni quadro fondamenta­li per l’ottimo andamento della nostra economia di questi anni; malgrado il franco forte e un costo della manodopera più alto rispetto all’estero, pur con un segreto bancario indebolito, l’economia svizzera ha saputo rinnovarsi e consolidar­si ai più alti livelli dando prova di capacità di innovazion­e e di grande qualità delle proprie prestazion­i. Il Ticino ha peculiarit­à diverse rispetto a Basilea, Zurigo o Ginevra. E il saldo dei bilaterali è forse in chiaroscur­o ma l’accordo di libera circolazio­ne delle persone è stato per il nostro Cantone un fattore di crescita, innovazion­e e ritorno fiscale. Senza questo accordo i problemi rimarrebbe­ro, consideran­do la nostra localizzaz­ione incuneata in una Lombardia in crisi, ma potrebbero anche accentuars­i venendo a cadere le misure di accompagna­mento. Misure che non vanno abbandonat­e bensì rafforzate – come attraverso il sistema di controlli in vigore – e confermate per migliorarn­e l’efficacia. Il Ticino è la terza realtà culturale della Svizzera e deve continuare a lottare per le proprie peculiarit­à nel rispetto però delle leggi e delle basi costituzio­nali. Per favorire i lavoratori residenti occorre insistere sulla qualità e sulla resilienza del mercato del lavoro indigeno. Servono parità di condizioni senza tuttavia obblighi da parte dello Stato. Bisogna rafforzare il partenaria­to sociale ma soprattutt­o la formazione profession­ale, la formazione continua e la riqualific­a profession­ale in un mondo del lavoro sempre più flessibile e in continuo cambiament­o. Il Plr lo ha detto chiarament­e: “Prima i migliori, creiamo le condizioni affinché siano i nostri!”.

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