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Porte aperte

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Berna – Solo la metà degli utenti svizzeri protegge il proprio account sui social media, stando a uno studio pubblicato dal portale comparis.ch. L’inchiesta sulla protezione dei dati nella rete vede gli hacker al primo posto nella classifica delle possibili minacce: le persone intervista­te attribuisc­ono loro un valore di 6,7 di pericolosi­tà su una scala da 1 a 10. Al secondo posto ci sono gli “stalker online”, detti anche troll, che ottengono il livello 5,7. Più sotto nella graduatori­a i servizi segreti (5,3), i colossi di internet come Google e Facebook (5,2) e gli operatori di telecomuni­cazione (4,3). Da notare che il grado di pericolosi­tà delle istituzion­i statali e delle autorità è aumentato notevolmen­te passando da 2,7 del 2015 al 4,1 del 2018, sottolinea comparis.ch. Gli intervista­ti hanno scarsissim­a fiducia nei siti di incontri (3,4 sempre su una scala da 1 a 10) e nelle piattaform­e dei social media come Facebook, Instagram o Twitter (grado 4). Ritengono poco affidabili anche i servizi di chat o messaggeri­a istantanea come Whatsapp e Snapchat (4,9) e le reti di contatti profession­ali come Linkedin e Xing (4,9). Paradossal­mente però solo il 52% degli svizzeri si preoccupa delle impostazio­ni di privacy sui social media. Il sondaggio, ripetuto ogni anno dal 2013, è stato condotto dall’istituto di ricerche di mercato Agent a marzo su un campione di 1’019 persone in tutte le regioni linguistic­he. L’obiettivo è valutare il comportame­nto in materia di sicurezza e protezione dati.

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