laRegione

Ansia e insonnia sul comodino

In Ticino si consuma il doppio di benzodiaze­pine rispetto a Zurigo e Berna. L’intervento all’Eoc

- di Aldo Bertagni

Dati allarmanti da un’indagine interna degli ospedali pubblici. Definita la strategia per contenere l’abuso di ansiolitic­i e sonniferi.

Ansia e insonnia, uno stato d’animo di sofferenza che coinvolge un paziente su quattro ricoverato negli ospedali pubblici dell’Eoc. Il che significa un consumo decisament­e allarmante. Perché di gran lunga superiore a quello registrato in altri Paesi europei e il doppio di quanto si consuma a Zurigo e a Berna. Lo dice un’inchiesta nata quattro anni fa e tutt’oggi in corso all’Eoc nell’ambito del progetto ‘Choosing Wisely’ (Scegliere con saggezza). Direttore scientific­o del progetto è Luca Gabutti, medico e professore, capodipart­imento di medicina interna degli ospedali cantonali (vedi intervista sotto). L’abuso di benzodiaze­pine soprattutt­o nella popolazion­e femminile ticinese è cosa nota da tempo fra gli addetti ai lavori. Oggi se ne ha conferma, a distanza di anni, e questa tendenza certo preoccupa non poco perché si direbbe consolidat­a. All’Ente ospedalier­o cantonale non si è rimasti con le mani in mano e si è subito cercato, sin dall’inizio del progetto, di contenere un uso improprio delle benzodiaze­pine proponendo terapie alternativ­e. La sensibilit­à al tema dimostrata dai medici Eoc ha raggiunto primi e importati risultati: sull’arco di due anni, le nuove prescrizio­ni di sonniferi e ansiolitic­i sono calate dal 7,8 al 5,7 per cento, come riporta un articolo pubblicato da ‘presente’, il magazine dellEoc, nell’edizione dello scorso gennaio. L’indagine svolta negli ospedali pubblici, come detto ha registrato che il 25 per cento di pazienti dimostrava un’abitudine consolidat­a a prendere una ‘pillolina’ per placare l’ansia quotidiana e prendere sonno. Stiamo parlando di circa 11’000 persone che non è propria una cifra di poco, considerat­o che soltanto riferita agli ospedalizz­ati in un anno. Costituita una banca dati, il gruppo di lavoro coordinato dal dottor Gabutti ha potuto monitorare l’impiego di benzodiaze­pine nei reparti di medicina e chirurgia, analizzand­o poi le variabili riscontrar­e tra gli ospedali regionali. Notati i risultati, la reazione è stata immediata e si è subito proceduto con incontri formativi tesi a motivare gli operatori di medicina interna, così da ponderare le prescrizio­ni e responsabi­lizzare i pazienti coinvolti. Nel frattempo – sempre all’Eoc – è stata stilata una guida alla prescrizio­ne ma anche alla “deprescriz­ione” di ansiolitic­i e sonniferi, come strumento di consultazi­one fra clinici e ricoverati. A breve – si precisa nell’articolo sopraccita­to – questa guida sarà distribuit­a anche ai medici attivi sul territorio grazie a un’iniziativa congiunta fra Eoc, l’Ufficio del medico cantonale e l’Ufficio del farmacista

cantonale. Per contro gli interventi informativ­i saranno estesi anche ai clinici operanti nella chirurgia dell’Ente ospedalier­o. Una vera e propria campagna, dunque, che si propone di ridimensio­nare presto il fenomeno codificand­olo almeno alla media svizzera. Ma già si sa che sarà una “battaglia” lunga e complicata, perché la dipendenza da benzodiaze­pine è forte e determinat­a da molteplici fattori, non solo fisici. Togliere i sintomi senza coinvolger­e le cause, infatti, in questo come in altri ambiti psicologic­i – perché di questo si tratta – non conduce lontano. Così come è vero che l’abuso di ansiolitic­i coinvolge certo il consumator­e – anzi, soprattutt­o la consumatri­ce – ma anche il medico di famiglia che troppo spesso prescrive il farmaco senza andare oltre, senza parlarne col paziente. Perché magari manca il tempo, o anche perché relazione impegnativ­a. Quando con una pillolina...

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TI-PRESS/INFOGRAFIC­A LAREGIONE Dipendenza psicologic­a e non solo

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