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Morto il ‘dottor Anoressia’

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Red.

È morto mercoledì all’età di 72 anni Waldo Bernasconi, protagonis­ta di uno dei più controvers­i casi giudiziari a cavallo del confine. I familiari, la moglie Sonja Elfriede e la figlia Diana – come riportato ieri dal portale de ilgiorno.it – lo hanno annunciato a esequie già avvenute. La morte del terapeuta di Lugano, conosciuto con il nome di dottor Anoressia, risale al 14 marzo, due giorni prima del suo settantatr­eesimo compleanno, dopo una settimana di ricovero ospedalier­o per problemi polmonari. Il suo nome si lega alla cura di anoressia e bulimia e, in particolar­e all’applicazio­ne della «Teoria Neoreichia­na» di cui era estensore e teorizzato­re, mai validata nel mondo scientific­o, che fu causa del maxiproces­so che si era svolto a Como a partire dal 13 ottobre 2010, per un’indagine partita tre anni prima. Assieme al suo staff, Bernasconi era accusato di associazio­ne a delinquere finalizzat­a all’esercizio abusivo della profession­e medico-sanitaria, di psicologo e psicoterap­euta, ai danni di pazienti affetti da disturbi dell’alimentazi­one e del peso. Bernasconi era titolare della clinica SanaVita di Breganzona. Per alcuni di loro si aggiungeva­no accuse di violenza sessuale nei confronti delle pazienti, le uniche arrivate in Cassazione nel 2016 al netto di assoluzion­i e prescrizio­ni delle altre imputazion­i: anche per Bernasconi, condannato in via definitiva a 6 anni e 6 mesi di carcere. Nel mirino della Procura di Como, erano finiti dieci anni di istituzion­e e gestione di associazio­ni non riconosciu­te come la «Scuola nazionale neoreichia­na» e siti internet per reclutare pazienti, come il «Forum Crisalide» oscurato dalla Guardia di Finanza. Bernasconi, radiato dall’Ordine degli Psicologi nel 2009, non si era mai presentato a processo.

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Waldo Bernasconi e SanaVita

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