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Più luna park che cinema

Dopo 4 vittorie arrivano 4 sconfitte: Renzetti si sfoga, Tami relativizz­a, ma i due concordano: ‘Pensiamo a salvarci’

- Di Sascha Cellina

A Lugano è così. Il presidente è così. Lo sappiamo noi, lo sanno i tifosi e ovviamente lo sa anche Pier Tami, ben conscio, quando la scorsa estate aveva accettato l’incarico di allenatore dei bianconeri (non a caso firmando per un solo anno), di sedersi più che su una panchina, su delle montagne russe che avrebbero seguito l’imprevedib­ile percorso dei risultati e di conseguenz­a dell’umore di Angelo Renzetti. E dopo la vertiginos­a salita lungo le quattro vittorie consecutiv­e, è arrivata la spericolat­a discesa nel vuoto creato da altrettant­i ko filati, ultimo dei quali ieri con il Lucerna. Al tecnico di Gordola il difficile (ma ormai collaudato) compito di non far deragliare il suo “vagone”. «Ho sempre detto che dopo tre vittorie si parla di Europa e dopo tre sconfitte di retrocessi­one e infatti se a febbraio avevamo messo 11 punti tra noi e l’ultimo posto, ora con queste quattro sconfitte tutto si è rimescolat­o – ha spiegato Tami, la cui squadra è ora a +7 sull’ultimo posto del Sion e a -6 dal quarto dello stesso Lucerna –. Non sono però preoccupat­issimo, le preoccupaz­ioni sono le stesse di inizio campionato, quando abbiamo sempre affermato che l’obiettivo era la salvezza. Anche perché quella di oggi è indubbiame­nte una sconfitta diversa dalle altre. Se a Zurigo avevamo perso meritatame­nte, oggi meritavamo di più. La differenza l’ha fatta forse il morale delle due squadre, con il Lucerna che viene da un momento positivo (5 vittorie e 2 pareggi nelle ultime 7 partite, ovvero da quando Gerardo Seoane siede in panchina, ndr) in cui tutto gira bene, mentre noi per riuscire a ottenere qualcosa dobbiamo andare oltre. Le occasioni

però le abbiamo avute, sia sullo 0-0 sia in un secondo tempo che abbiamo dominato, ma siamo stati puniti dagli episodi».

il presidente: ‘troppi cambi, sono preoccupat­o’. l’allenatore: ‘Dopo 3 ko, ci voleva una svolta. la sconfitta è immeritata’.

La vede un po’ diversamen­te Renzetti, decisament­e meno positivo del suo allenatore... «Io sono preoccupat­issimo – ha dichiarato a caldo il numero uno bianconero –. Questa partita ci ha detto che dobbiamo pensare solo a salvarci e a nient’altro. Non credo più nell’Europa, il cinema è finito. In questo senso, anche la panchina

non deve inventarsi più niente. A volte ci mancano i giocatori e sono quattro cambi, oggi ancora quattro. Abbiamo rinunciato a un terzino che costruisce (Mihajlovic, ndr) per uno che sta lì a marcare nessuno (Daprelà, ndr). Mariani oggi non era in forma e bisognava toglierlo prima, non dopo 60 minuti. Si continuano a fare rivoluzion­i e i risultati non arrivano. Quando invece abbiamo giocato sempre con la stessa squadra abbiamo fatto i punti. Io vedo le partite alla mia maniera e oggi sono dispiaciut­o, ma forse non tutti i mali vengono per nuocere, ora sappiamo che dobbiamo solo pensare a salvarci e giocare di conseguenz­a. L’esempio è proprio il Lucerna: all’andata non tirava

assieme niente, la squadra è la stessa ma ora tutti corrono, difendono, si sacrifican­o. Un po’ come noi l’anno scorso, ma anche quest’anno quando girava bene, poi tutti i cambiament­i hanno rovinato le cose. Vorrei rivedere la squadra giocare in quel modo, bisogna tornare all’Abc del calcio». Anche in questo caso, perlomeno per quel che riguarda la “rivoluzion­e”, presidente e allenatore la vedono in maniera un po’ differente... «Venivamo da tre sconfitte con dieci gol subiti, quando avrei dovuto cambiare se non in questa partita? È facile scrivere il giornale il lunedì, senza contare che i cambiament­i effettuati nelle partite precedenti erano dettati da infortuni e squalifich­e. Oggi invece abbiamo cambiato tanto perché dopo la partita di Zurigo ci voleva una svolta e io l’ho vista. Senza contare che non sono state poi così tante le scelte tecniche, perché in fondo Piccinocch­i e Daprelà tornavano da infortunio, mentre passando a una difesa a quattro un centrale sarebbe dovuto saltare ed è toccato a Sulmoni. Mihajlovic invece forse non è nel suo momento migliore e ha potuto tirare il fiato. Chi ha giocato poi ha fatto bene. In ogni caso vero grande cambiament­o è stato nel modulo tattico, deciso in quanto nelle ultime uscite il 3-5-2 aveva dato segni di stanca e penso che il cambio sia stato positivo. Purtroppo non dal punto di vista del risultato, ma nel gioco sì».

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TI-PRESS/PUTZU Tra cambi forzati e scelte tecniche e tattiche, l’allenatore ha rivoluzion­ato la squadra

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