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Lusso, indagini pure in Svizzera

Il Ministero pubblico della Confederaz­ione ha aperto un procedimen­to penale per i reati di riciclaggi­o di denaro e falsità in documenti in relazione al caso fiscale del gruppo Kering, che controlla tra gli altri il marchio Gucci, con quartier generale a C

- Di Marco Marelli, Andrea Manna, Chiara Scapozza, Daniela Carugati, Cristina Ferrari e Stefano Guerra

Il Ministero pubblico della Confederaz­ione (Mpc) ha aperto un procedimen­to penale “per i reati, oltre agli altri, di riciclaggi­o di denaro e falsità in documenti” in relazione al caso (fiscale) del gruppo parigino Kering, proprietar­io della Luxury Good Internatio­nal Sa con sede a Cadempino, da cui dipende fra l’altro la Gucci, noto marchio nel campo della moda. Lo precisa lo stesso Ministero sollecitat­o nel pomeriggio di ieri dalla ‘Regione’, senza tuttavia indicare altro: non è dato sapere contro chi e da quando il procedimen­to penale è stato aperto. La Procura federale conferma altresì “di aver ricevuto ed eseguito una domanda di assistenza giudiziari­a internazio­nale in materia penale dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Milano”. Le rogatorie richieste dai giudici milanesi sarebbero in totale sette: oltre alla Svizzera, anche Olanda, Monaco, Gran Bretagna, Spagna, Singapore e Hong Kong. In tutto oltre 80 milioni di euro sequestrat­i, una decina in Ticino. Procedimen­ti penali per la stessa vicenda anche a Singapore e Hong Kong. Questi gli ultimi sviluppi della vicenda che ha messo la filiera del lusso nel mirino delle autorità fiscali. Dapprima quelle italiane, poi quelle francesi (vedi la ‘Regione’ di ieri), e infine svizzere. Il pool degli inquirenti lombardi – una mezza dozzina di pubblici ministeri coordinati da Fabio De Pasquale, aggiunto procurator­e capo del Dipartimen­to reati finanziari – sarebbe nel frattempo riuscito a quantifica­re in una quarantina i latitanti fiscali (manager ma non solo) che facevano credere di lavorare in Ticino, dove risultano residenti, ma in realtà erano attivi in Lombardia, soprattutt­o a Milano. Fra questi Marco Bizzarri, amministra­tore delegato della Gucci, con casa (due appartamen­ti nello stesso stabile) a Morcote. Numerosi sono i fascicoli aperti, dopo che l’Agenzia delle entrate italiana aveva segnalato il forte incremento dei contribuen­ti lombardi che dal 2012 al 2016 si sono trasferiti in Ticino, per iscriversi all’Aire (Albo degli italiani residenti all’estero). In cinque anni sono cresciuti del 44%, passando da 3’281 a 4’620. L’attenzione degli inquirenti milanesi per ora si è concentrat­a su chi in Italia dichiarava redditi consistent­i e che con la residenza in Ticino sono diventati degli sconosciut­i per il fisco italiano. L’inchiesta di cui si hanno maggiori particolar­i è quella nei confronti di Bizzarri, al quale si è aggiunto da alcune settimane l’ex ad Patrizio De Marco. I contorni dell’indagine avviata nel novembre 2017 riguardano la presunta evasione di 1 miliardo e 300 milioni di euro a partire dal 2010 contestata al gruppo per aver fatto figurare l’operativit­à di Gucci a Lugano, mentre per gli inquirenti meneghini ci sarebbe l’evidenza dell’attività di una ventina di manager indicati nell’organico della sede ticinese. Oltre ad essere coinvolti nell’inchiesta della Gucci che cammina di pari passo all’indagine sul gruppo francese Kering relativa alle accuse di elusione fiscale per 2,5 miliardi di euro, Bizzarri e i manager sono indagati per evasione fiscale, relativame­nte alle rispettive posizioni in quanto presunti “falsi Aire”. Nel frattempo si è saputo che dietro l’inchiesta di frode fiscale che si sviluppa sull’asse Milano-Ticino-Parigi c’è una gola profonda, un ex manager che spunta in diverse inchieste, alcune delle quali attigue alla politica. È Carmine Rotondaro, 43enne avvocato, nato a Cosenza e residente a Montecarlo, ex manager del gruppo Kering, con il quale ha avuto un rapporto conflittua­le. È lui a portare la Guardia di finanza di Milano sulle tracce di Gucci. I primi sviluppi dell’inchiesta hanno portato ad un sequestro di 7 milioni di euro e immobili in varie località italiane. Gli investigat­ori hanno scoperto diverse società offshore che fatturano a società del gruppo Kering.

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I numeri del settore e, accanto, il centro logistico della Gucci (Kering) aperto nel 2014 a Sant’Antonino

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