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Niente più società ‘speciali’ né ‘principali’ con il Progetto fiscale 17

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Il ministro delle Finanze Ueli Maurer presenterà domani alla stampa il messaggio governativ­o sul Progetto fiscale 17 (Pf 17). Non sono attese novità di rilievo: già a fine gennaio il Consiglio federale aveva definito i parametri di una delle più importanti riforme della storia elvetica in ambito tributario. Da domani in poi, però, nulla è scontato. Il progetto in effetti è controvers­o. Nato sulle ceneri della defunta riforma III dell’imposizion­e delle imprese, affossata a sorpresa in votazione popolare poco più di un anno fa, mira a conservare l’attrattiva della piazza economica svizzera anche dopo l’abolizione dei regimi fiscali privilegia­ti concessi da alcuni Cantoni (Ticino compreso) a determinat­e società estere, regimi da tempo invisi a Unione europea (Ue)e Organizzaz­ione per la cooperazio­ne e lo sviluppo economico (Ocse). Se uscirà indenne dalla raffica di veti incrociati (partitici, ma non solo) già manifestat­isi, se supererà tutti gli ostacoli che l’attendono (esame parlamenta­re ed eventuale, probabile votazione popolare), il Pf 17 entrerà in vigore in parte a inizio 2019 (come richiesto da Ue e Ocse), in parte un anno dopo. Da allora in poi, le norme applicabil­i alle società con statuto speciale cantonale – holding, società di gestione e miste, ormai non più compatibil­i con gli standard internazio­nali – verranno abrogate. La stessa sorte, indica il governo nell’avamproget­to di legge inviato in consultazi­one, toccherà alle norme in materia di ripartizio­ne fiscale per le cosiddette ‘società principali’ (la società madre di un gruppo attivo a livello internazio­nale). È questo in genere lo statuto delle società del settore della moda in Ticino, spiegava un paio d’anni fa alla ‘Regione’ Marco Bernasconi, docente di diritto tributario alla Supsi. Un domani casi estremi (?) ma diffusi di ottimizzaz­ione fiscale – come quello che vede protagonis­ta il marchio Gucci (Kering) con la sua piattaform­a logistica in Ticino Luxury Goods Internatio­nal – non saranno dunque in linea di massima più possibili; o perlomeno non lo saranno più nelle forme attuali. In ogni caso, se da un lato la pressione internazio­nale per l’abolizione dei privilegi fiscali in salsa elvetica rimarrà forte (l’Ue l’ha persino intensific­ata lo scorso anno, inserendo la Svizzera in una ‘lista grigia’ di Paesi sotto osservazio­ne per le loro prassi fiscali), dall’altro non mancherann­o le occasioni di ‘ottimizzaz­ione’. Una volta in vigore il Pf 17, tutte le società verranno tassate con la medesima aliquota sugli utili. E per evitare di perdere preziosi contribuen­ti, ormai non più privilegia­ti al cospetto del fisco, i Cantoni la abbasseran­no. A dispetto di tutto, statuti speciali o no, la concorrenz­a fiscale – intercanto­nale e internazio­nale – ha un promettent­e futuro davanti a sé.

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