laRegione

Il sindaco Marco Lehner: ‘Dovessero partire? Peserebbe infinitame­nte’

- C.F.

L’accerchiam­ento fiscale in atto del gruppo Kering, multinazio­nale della moda con piattaform­a logistica a Cadempino, la Luxury Goods Internatio­nal (Lgi), con bordate da Milano e ora anche dalla Francia (cfr. ‘laRegione’ di ieri), preoccupa non poco l’autorità comunale e il futuro del suo moltiplica­tore, il più basso del cantone (53%). «Ne possiamo uscire vincenti o perdenti – risponde ai nostri interrogat­ivi il sindaco Marco Lehner – ma non è grande la nostra possibilit­à di manovra. In base alle entrate abbassiamo o alziamo le imposte. Per il resto in questo ‘gioco’ contiamo poco. Ci limitiamo a fare un buon servizio alle aziende affinché decidano di restare, ma i maggiori conti li fanno altri...». Dovessero partire, quanto peserebbe sulle casse comunali? Si parla di cifre grandi: «Infinitame­nte! In modo importanti­ssimo sul far star bene, o male, il Comune. Siamo fortunati o sfortunati dipendente­mente dall’avere, o meno, una Kering». Investimen­ti addio? «Sappiamo tutti che stiamo bene perché abbiamo loro. Decidesser­o di andarsene cambierebb­e tutto. Faremo i conti...». Un indice di variazione? «Al momento sarebbero solo ‘conti della serva’. Bisognerà valutare la situazione. Ora non ci resta che aspettare con ansia. Del resto la Svizzera è sempre stata bene con i soldi degli altri...» chiosa il sindaco. Quali reazioni si sono invece avute ieri alla Kering che totalizza in Ticino quasi il 70% degli utili annuali del gruppo? Una nota inviataci in redazione ci spiega che il gruppo «ha implementa­to una governance che intende garantire la piena conformità alle normative fiscali nei Paesi nei quali opera. Lgi è un hub strategico che include la distribuzi­one centralizz­ata e la logistica dei marchi Kering. È stato fondato in Svizzera negli anni 90 precedente­mente all’acquisizio­ne di Gucci Group da parte di Ppr e oggi conta oltre 600 dipendenti (ciascuno dei quali produce utili in Ticino 117 volte maggiori rispetto ai colleghi nel resto del mondo, ndr). Tutte le società del gruppo con sede in Svizzera svolgono attività commercial­i tangibili. Conseguent­emente, il gruppo paga le imposte dovute in Svizzera in conformità alla legge vigente e al profilo fiscale della società. Questo modello operativo aziendale è noto alle autorità francesi, italiane e alle altre autorità fiscali competenti». Nessuna presa di posizione, invece, per quanto attiene alla questione dei manager con ‘falsa’ residenza in Ticino. Fra questi il Ceo di Gucci, Marco Bizzarri, che figura a Vico Morcote: «Controlli li svolgiamo in tutti i casi non solo per questo genere di situazioni – ci spiega il segretario comunale Matteo Cortesi –. Nel nostro comune le residenze secondarie sono più del 50% quindi impostiamo già di nostro questo tipo di controllo. Ci affidiamo alla Polizia Ceresio Sud o responsabi­li per il Controllo abitanti. Bizzarri? Non posso risponderl­e».

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TI-PRESS Moda nella morsa del fisco

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