Cantieri in fermento, ‘ma c’è il vuoto’
Per finire neanche la partenza del Gruppo Armani – che pure è stato un brutto colpo, anche contabile – sembra aver scosso Mendrisio nelle sue fondamenta... finanziarie. Qui la prudenza nel calcolare il gettito delle persone giuridiche ha di sicuro aiutato, controbilanciata da una voce, ‘persone fisiche’, non solo in consolidamento, ma pure in crescita. La strategia della cautela, fa capire il sindaco Carlo Croci, non solo ha dato modo di «scongiurare le difficoltà immediate», ma ha altresì rincuorato per il futuro. Il tutto «a tutela del moltiplicatore al 75 per cento (che potrà tenere ancora qualche anno) e a tutela dei cambiamenti». E qui il sindaco si spiega meglio. Il riferimento, in effetti, «non è tanto alle partenze di grandi aziende – lì, lascia intendere, Mendrisio ci è già passato, ndr –, quanto per l’indebolimento della piazza finanziaria». Che qualche difficoltà la può procurare.
Poi Croci richiama l’attenzione su una cifra in particolare, leggendo tra le righe dei consuntivi: i numeri delle imposte alla fonte (quasi 8,7 milioni, oltre 2 in più del previsto). Imposte che, al pari delle sopravvenienze (per 9,7 milioni, 3,7 milioni in più) e degli effetti della mini-amnistia (per 4,6 milioni a fronte dei previsti 200mila franchi circa), hanno rappresentato una sorta di ricostituente per i bilanci comunali. «Oltre alle attività normali – puntualizza Croci – a restituire quegli 8,7 milioni delle imposte alla fonte – quindi da lavoratori frontalieri, ndr – sono stati anche i cantieri che si sono sviluppati sul territorio». E qui il pensiero va alle grandi opere, riorganizzazione dello svincolo autostradale in primis. Croci, però, fa notare un altro filone, quello legato alle costruzioni private. «Realizzazioni – precisa subito – che possono essere concretizzate in virtù del diritto dei proprietari dei terreni, ma che stanno lasciando anche molto vuoto: che le abitazioni siano in affitto o in vendita. Un ‘vuoto’ che durerà a lungo nel tempo». A questo punto il sindaco, ormai a fine mandato, si lancia in una previsione: «Queste costruzioni neanche fra 5 anni saranno occupate. La domanda ha superato la richiesta». Come andrà a finire? Staremo a vedere.