Progetto fiscale 17 in acque agitate
Il Consiglio federale vara il Progetto fiscale 17. Ueli Maurer: proposta ‘trasparente ed equilibrata’ Il governo conferma in sostanza il progetto che aveva inviato in consultazione. Il ministro delle finanze strizza l’occhio a città, comuni e famiglie.
Il Consiglio federale ha licenziato ieri il messaggio. Ueli Maurer: ‘Vogliamo restare fiscalmente attrattivi’ per le aziende. Ma le critiche si fanno già sentire. E non solo a sinistra.
«Vogliamo restare fiscalmente attrattivi»; «imposte attrattive portano più imprese, più entrate, maggior spazio di manovra nella politica fiscale». È con questo messaggio (latore: il ministro delle finanze Ueli Maurer) che il Consiglio federale ha trasmesso ieri il Progetto fiscale 17 (Pf17, cfr. infografica) al parlamento, dove non avrà vita facile (cfr. sotto). In conferenza stampa Maurer ha parlato di proposta «trasparente ed equilibrata», di «investimento nei posti di lavoro». Che offrirà – anche una volta aboliti i privilegi fiscali oggi concessi a holding, società di domicilio e miste – «un contesto fiscale stabile, favorevole» alle multinazionali allettate da altri lidi a fisco light. Rispetto al progetto inviato in consultazione vi è un’unica differenza: la quota parte dell’imposta federale diretta (Ifd) versata ai cantoni, portata dal 17 al 21,2% anziché al 20,5% come inizialmente previsto. Diverse, invece, le modifiche rispetto alla riforma III dell’imposizione delle imprese, dalle cui ceneri il Pf17 è nato (cfr. scheda). Ad esempio: una clausola ‘obbliga’ i cantoni a vegliare affinché anche città e comuni approfittino della fetta più grande dell’Ifd; e i cantoni hanno reso noti i loro piani di attuazione, portando «trasparenza» al progetto. Inoltre: l’aliquota per l’imposizione dei dividendi passerà dall’attuale 50 al 70%, anziché al 60% (100 milioni l’anno in più per l’erario federale, 335 per i cantoni); le possibilità di sgravio per le aziende saranno minori; e c’è la novità dell’aumento dell’importo minimo degli assegni per figli (costo: 421 milioni, a carico delle aziende). Sono per contro rimaste fuori l’abolizione della tassa di bollo (Maurer: eventuale decisione entro fine anno) e l’imposta sugli utili con deduzione degli interessi, pietra d’inciampo della precedente riforma (il ministro Udc: la misura potrebbe tornare a far capolino in parlamento). Secondo Maurer, la maggior parte delle grandi società pagherà più imposte, le piccole e medie imprese meno. Per le persone fisiche non cambierà granché. Alla Confederazione il Pf17 costerà 920 milioni (più 180 in ambito di perequazione finanziaria). Non saranno necessari nuovi piani di risparmio; per di più, ha detto Maurer, tra 5-10 anni è atteso un aumento degli introiti di 1,4 miliardi. E se il Pf17 non andrà in porto in tempo utile (fine anno)? Il ministro delle finanze giudica le sue chance «molto buone». Ma se subirà ritardi a causa di un referendum, «il grosso pericolo» sta nel venir meno della certezza del diritto, nella quale le aziende confidano. Un secondo fallimento? Creerebbe una «situazione drammatica» per la piazza economica elvetica, ha ammonito Maurer.