laRegione

Senza scampo, nel vagone dei molesti

- Di Claudio Lo Russo

Il Tilo mi accoglie con la sua quotidiana promessa di evasione, 28 minuti in un altrove da cui sono bandite bassezze e superficia­lità. Uno sguardo esplorativ­o e mi metto a distanza di sicurezza dal concerto reggaeton che si leva dai sedili di fondo. Mi accomodo, apro il libro, mi abbandono con un fremito di piacere al racconto di un ex bambino alla ricerca della felicità. Mi richiama però il vociare enfatico di una telecronac­a sportiva: sul sedile accanto un tale col cappellino sta guardando la tv sul telefono, la visiera lo scherma dal mio sguardo. Sopraffatt­o da un rigurgito di fatalismo, rinuncio a chiedergli di infilarsi un paio di cuffiette nelle orecchie. Mi concentro sul bimbo che vedeva cose che nessuno... Ma mi giungono invet- tive e improperi che due munite di mèche bionde rivolgono al profilo Facebook di una interessat­a al tipo sbagliato. Al terzo “tro...” mi coglie il pensiero che al tempo del mio racconto le ragazze parlavano diversamen­te e a un altro volume, non solo per morale ma per buon gusto. Ci riprovo ma, quando una tizia sgrana al telefono il rosario delle sue incazzatur­e quotidiane, quasi rimpiango i due sconosciut­i cui giorni fa è bastato il tragitto Locarno-Giubiasco per condivider­e la certezza della presenza fra noi degli Ufo. Mi sento fuori posto o fuori tempo, reprimo l’impulso di tirare il freno d’emergenza, invoco fra me la protezione delle Ffs sui viaggiator­i non molesti... Ma un sussulto del cappellino mi richiama alla realtà: hanno fatto gol.

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