‘Sì al taglio, ma urgono riforme’
Meno giudici supplenti: la maggioranza commissionale segue il messaggio governativo Da 27 a 16 e solo per il settore penale del Tribunale d’appello. Parola al plenum.
Manca solo il voto del plenum del Gran Consiglio. Perché in commissione, quella della Legislazione, i passi sono stati formalmente compiuti sulla prospettata drastica riduzione – da 27 a 16 – dei giudici supplenti, vale a dire di quegli avvocati che, previa loro elezione da parte del parlamento, collaborano con i magistrati del Tribunale d’appello nella trattazione delle pratiche allo scopo di contenere le giacenze. Ieri, indica una nota commissionale, sono stati infatti firmati i relativi rapporti. La maggioranza, capitanata da Natalia Ferrara (Plr), è favorevole al taglio proposto dal Consiglio di Stato, che circoscrive l’intervento dei supplenti al settore penale della massima istanza giudiziaria ticinese, e meglio al Tribunale penale cantonale e alla Corte d’appello e di revisione penale. Al primo verrebbero assegnati otto supplenti, altrettanti alla seconda: sedici supplenti impiegati come giudici a latere. Contrario alla cura dimagrante il rapporto stilato dal capogruppo dei popolari democratici Maurizio Agustoni, sottoscritto in Legislazione, oltre che dal Ppd, dal Ps (cfr. articolo sotto). La minoranza invita così il plenum a opporsi a qualsiasi sforbiciata, ovvero a confermare il contingente odierno di giudici supplenti, dunque non solo in quello penale, ma anche negli altri ambiti di attività del Tribunale d’appello: civile, amministrativo ... . Il messaggio governativo finito sotto la lente della Legislazione dà seguito alla decisione, traducendola in numeri, presa in gennaio dalla maggioranza del Gran Consiglio, che ha pronunciato un sì di principio alla diminuzione del numero dei supplenti. Una decisione ispirata da un’iniziativa parlamentare generica depositata nell’ottobre del 2014 da Michela Delcò Petralli dei Verdi che, dopo il potenziamento della squadra di supplenti (da 12 a 27, tanti quanti sono i giudici ordinari del Tribunale d’appello) stabilito dal Gran Consiglio pochi mesi prima, paventava un aumento dei costi. E soprattutto un accresciuto rischio di conflitti di interesse fra il ruolo di legale, nel privato, e quello di giudice supplente, quando cioè l’avvocato è al servizio dello Stato.
‘Un sistema giudiziario vetusto’
A fine maggio, intanto, cesserà il mandato degli attuali 27 supplenti. Il concorso pubblicato dall’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio in vista della designazione della nuova squadra si è chiuso la scorsa estate. Commissione di esperti e Consiglio della magistratura si sono già espressi sull’idoneità o meno delle singole candidature, con relativo preavviso al l’autorità di nomina, il parlamento. Quest’ultimo dovrebbe deliberare nella sessione di aprile sui rapporti firmati ieri. Insomma il tempo stringe. Per procedere al rinnovo delle cariche nel rispetto delle scadenze, la maggioranza commissionale sollecita allora il plenum ad adottare “nella forma” del decreto legislativo urgente – non referendabile – le modifiche della Legge sull’organizzazione giudiziaria conseguenti alla riduzione, così come suggerita dall’Esecutivo, dei supplenti. Allegato al rapporto di Ferrara, il decreto, se approvato dal plenum, entrerà in vigore il prossimo 1° giugno e decadrà il 31 maggio 2019. Sempre che il Gran Consiglio accetti il taglio prospettato, bisognerà designare non 27 giudici supplenti, bensì 16. Aria di pasticcio? Tranquilli. Anche qui la maggioranza della Legislazione propone una soluzione: “Invita l’Ufficio presidenziale” del parlamento “a verificare quanto prima” se i candidati che hanno partecipato al concorso “sono disponibili per il solo ambito penale”. Per la relatrice, ex pp, occorre però attuare (“finalmente!”) le necessarie riforme a un sistema giudiziario, quello ticinese, “vetusto come i suoi stabili”. Pertanto la maggioranza commissionale, scrive Ferrara nel rapporto, “invita il governo, e in particolare il Dipartimento istituzioni – in attesa della riforma completa ‘Giustizia 2018’ – a presentare quanto prima un messaggio all’attenzione del parlamento che risponda alle questioni aperte sia presso il Tribunale d’appello in relazione ai giudici supplenti, sia presso altre autorità giudiziarie, segnatamente l’Ufficio dei giudici dei provvedimenti coercitivi, secondo le necessità e per il buon funzionamento della giustizia”.