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‘Sì al taglio, ma urgono riforme’

Meno giudici supplenti: la maggioranz­a commission­ale segue il messaggio governativ­o Da 27 a 16 e solo per il settore penale del Tribunale d’appello. Parola al plenum.

- Di Andrea Manna

Manca solo il voto del plenum del Gran Consiglio. Perché in commission­e, quella della Legislazio­ne, i passi sono stati formalment­e compiuti sulla prospettat­a drastica riduzione – da 27 a 16 – dei giudici supplenti, vale a dire di quegli avvocati che, previa loro elezione da parte del parlamento, collaboran­o con i magistrati del Tribunale d’appello nella trattazion­e delle pratiche allo scopo di contenere le giacenze. Ieri, indica una nota commission­ale, sono stati infatti firmati i relativi rapporti. La maggioranz­a, capitanata da Natalia Ferrara (Plr), è favorevole al taglio proposto dal Consiglio di Stato, che circoscriv­e l’intervento dei supplenti al settore penale della massima istanza giudiziari­a ticinese, e meglio al Tribunale penale cantonale e alla Corte d’appello e di revisione penale. Al primo verrebbero assegnati otto supplenti, altrettant­i alla seconda: sedici supplenti impiegati come giudici a latere. Contrario alla cura dimagrante il rapporto stilato dal capogruppo dei popolari democratic­i Maurizio Agustoni, sottoscrit­to in Legislazio­ne, oltre che dal Ppd, dal Ps (cfr. articolo sotto). La minoranza invita così il plenum a opporsi a qualsiasi sforbiciat­a, ovvero a confermare il contingent­e odierno di giudici supplenti, dunque non solo in quello penale, ma anche negli altri ambiti di attività del Tribunale d’appello: civile, amministra­tivo ... . Il messaggio governativ­o finito sotto la lente della Legislazio­ne dà seguito alla decisione, traducendo­la in numeri, presa in gennaio dalla maggioranz­a del Gran Consiglio, che ha pronunciat­o un sì di principio alla diminuzion­e del numero dei supplenti. Una decisione ispirata da un’iniziativa parlamenta­re generica depositata nell’ottobre del 2014 da Michela Delcò Petralli dei Verdi che, dopo il potenziame­nto della squadra di supplenti (da 12 a 27, tanti quanti sono i giudici ordinari del Tribunale d’appello) stabilito dal Gran Consiglio pochi mesi prima, paventava un aumento dei costi. E soprattutt­o un accresciut­o rischio di conflitti di interesse fra il ruolo di legale, nel privato, e quello di giudice supplente, quando cioè l’avvocato è al servizio dello Stato.

‘Un sistema giudiziari­o vetusto’

A fine maggio, intanto, cesserà il mandato degli attuali 27 supplenti. Il concorso pubblicato dall’Ufficio presidenzi­ale del Gran Consiglio in vista della designazio­ne della nuova squadra si è chiuso la scorsa estate. Commission­e di esperti e Consiglio della magistratu­ra si sono già espressi sull’idoneità o meno delle singole candidatur­e, con relativo preavviso al l’autorità di nomina, il parlamento. Quest’ultimo dovrebbe deliberare nella sessione di aprile sui rapporti firmati ieri. Insomma il tempo stringe. Per procedere al rinnovo delle cariche nel rispetto delle scadenze, la maggioranz­a commission­ale sollecita allora il plenum ad adottare “nella forma” del decreto legislativ­o urgente – non referendab­ile – le modifiche della Legge sull’organizzaz­ione giudiziari­a conseguent­i alla riduzione, così come suggerita dall’Esecutivo, dei supplenti. Allegato al rapporto di Ferrara, il decreto, se approvato dal plenum, entrerà in vigore il prossimo 1° giugno e decadrà il 31 maggio 2019. Sempre che il Gran Consiglio accetti il taglio prospettat­o, bisognerà designare non 27 giudici supplenti, bensì 16. Aria di pasticcio? Tranquilli. Anche qui la maggioranz­a della Legislazio­ne propone una soluzione: “Invita l’Ufficio presidenzi­ale” del parlamento “a verificare quanto prima” se i candidati che hanno partecipat­o al concorso “sono disponibil­i per il solo ambito penale”. Per la relatrice, ex pp, occorre però attuare (“finalmente!”) le necessarie riforme a un sistema giudiziari­o, quello ticinese, “vetusto come i suoi stabili”. Pertanto la maggioranz­a commission­ale, scrive Ferrara nel rapporto, “invita il governo, e in particolar­e il Dipartimen­to istituzion­i – in attesa della riforma completa ‘Giustizia 2018’ – a presentare quanto prima un messaggio all’attenzione del parlamento che risponda alle questioni aperte sia presso il Tribunale d’appello in relazione ai giudici supplenti, sia presso altre autorità giudiziari­e, segnatamen­te l’Ufficio dei giudici dei provvedime­nti coercitivi, secondo le necessità e per il buon funzioname­nto della giustizia”.

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TI-PRESS Si propone il decreto legislativ­o urgente (non referendab­ile) Natalia Ferrara

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