Ponti in Etiopia grazie (anche) al Canton Ticino
Anche il Canton Ticino, con un contributo finanziario elargito ai sensi del Regolamento concernente la cooperazione allo sviluppo e l’aiuto umanitario internazionale, è tra i sostenitori del progetto di Helvetas volto alla costruzione di ponti sospesi pedonali per le comunità rurali dell’Etiopia. Grazie a questi nuovi punti di attraversamento, donne, uomini e bambini possono finalmente raggiungere con facilità scuole, mercati e ospedali, migliorando sensibilmente le proprie condizioni di vita. Diverse regioni di questo Paese dell’Africa orientale – fa sapere l’organizzazione non governativa in una nota – sono infatti caratterizzate da fiumi e crepacci che rendono difficile, se non impossibile, il passaggio da parte delle persone. Nella stagione delle piogge, in particolare, questi ostacoli possono divenire addirittura mortali. Con l’introduzione dei ponti sospesi, Helvetas rende rapido e sicuro il passaggio delle persone e dei loro animali da una sponda all’altra dei fiumi, diminuendo drasticamente le ore di cammino necessarie per raggiungere i centri urbani e accedere ai servizi. In questo modo i bambini possono frequentare la scuola, gli adulti possono vendere o comprare i prodotti al mercato e gli anziani possono raggiungere gli ospedali. Tutto ciò contribuisce a migliorare la quotidianità delle comunità indigenti delle campagne e a porre le basi per lo sviluppo locale. Nell’ambito di tale progetto – fa sapere Helvetas – dal 2005 al 2015 l’Ong ha consentito l’edificazione di oltre 65 ponti a vantaggio di circa 650’000 persone. Entro la fine del 2019 l’organizzazione punta a edificarne 36 per altri 360’000 beneficiari. Il contributo finanziario elargito dal Cantone Ticino alla fine del 2017 non permette soltanto la costruzione di nuove strutture, bensì anche la trasmissione delle conoscenze e delle competenze agli attori locali, che in futuro ne saranno responsabili. Il successo del progetto si basa inoltre sul coinvolgimento attivo delle autorità etiopi, responsabili del finanziamento e della manutenzione dei ponti, delle aziende che intraprendono i lavori e delle comunità che ne favoriscono la costruzione e la gestione. Tutto ciò – conclude l’Ong – è volto ad assicurare la sostenibilità dei miglioramenti introdotti.