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Sarkozy in libertà vigilata

All’ex capo dell’Eliseo contestati i finanziame­nti ricevuti dalla Libia di Gheddafi. Rischia fino a dieci anni di carcere.

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Ansa/red

Parigi – Nicolas Sarkozy è in libertà vigilata. In 25 ore di interrogat­orio, l’ex presidente francese ha negato tutti gli addebiti che gli vengono contestati in relazione ai soldi ricevuti dal regime di Muhammar Gheddafi, ma ieri sera è stato iscritto nel registro degli indagati e posto “sotto controllo giudiziari­o”. La misura cautelare decisa per Sarkozy comprende restrizion­i negli spostament­i in patria o all’estero e comunque l’obbligo di informarne il giudice, come anche il divieto di contattare o incontrare talune persone. Sarkozy rischia fino a dieci anni di carcere. Il fondatore dei Républicai­ns, ritiratosi dalla politica attiva da fine 2016, è indagato per corruzione passiva, finanziame­nto illegale della campagna elettorale e occultamen­to di fondi pubblici libici. Accuse gravissime che Sarkozy, secondo fonti giudiziari­e citate da Bfm-tv è tornato a negare in toto. Dalla pubblicazi­one, nel maggio 2012, da parte del sito Mediapart, di un documento libico che evocava i presunti finanziame­nti, le indagini dei magistrati sono molto progredite, rafforzand­o i sospetti. Nelle varie ricostruzi­oni vengono evocate promesse di finanziame­nto di quasi 50 milioni di euro fra Tripoli e Parigi. I giudici sarebbero inoltre in possesso di un non meglio conosciuto quaderno con le note manoscritt­e di un ex responsabi­le del regime libico: queste indichereb­bero una serie di bonifici occulti da parte di Gheddafi. Transazion­i, precisa Mediapart, che sarebbero state realizzate al momento dell’elezione di Sarkozy, nel 2007, per un totale di oltre 6,5 milioni di euro. Secondo il giornale online, il documento appartenev­a a Choukri Ghanem, ex capo del governo (20032006) e ministro del Petrolio (2006-2011) della Libia, il cui cadavere venne ritrovato nel 2012 a Vienna, nel Danubio. Indagato a sua volta nello stesso caso, Claude Guéant, ex direttore generale dell’Eliseo e fedele ministro dell’Interno di Sarkozy, aveva dichiarato martedì di “non aver mai visto un centesimo” di finanziame­nto libico. L’auto di Sarkozy ha lasciato il polo anticorruz­ione di Nanterre ieri sera, intorno alle 20.15. L’interrogat­orio era ripreso alle otto del mattino dopo che martedì gli inquirenti lo avevano già interrogat­o per oltre 15 ore, lasciandol­o rientrare a casa per la notte. Un trattament­o di favore peraltro rarissimo durante i fermi giudiziari. Ieri, la sfidante socialista di Sarkozy alle presidenzi­ali del 2007 Segolène Royal ha scritto in un tweet che “i francesi hanno diritto di sapere se fu una partita ad armi pari”. Non è più quella la questione, ormai.

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KEYSTONE Cattivi ricordi

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