Web e social media rifugio dell’odio razziale
Un rapporto evidenzia come mutano le forme d’espressione di razzismo e antisemitismo
Nel 2017 nella Svizzera tedesca gli episodi di razzismo e antisemitismo non sono variati rispetto agli anni precedenti. Sono però aumentati i commenti xenofobi sui quotidiani online o sui profili nei social media. Più preoccupante la situazione in Romandia. È quanto emerge dal rapporto che la Fondazione contro il razzismo e l’antisemitismo (Gra) e la Società per le minoranze in Svizzera (Gms) hanno pubblicato ieri. Nella Svizzera tedesca sono stati censiti 39 episodi di antisemitismo, dei quali hanno riferito i media o che sono stati segnalati dalla Federazione delle comunità israelitiche. Ad essi vanno aggiunti innumerevoli commenti postati su internet in cui si incita all’odio razziale contro gli ebrei. I casi più gravi concernono violenze fisiche e lo spiegamento di uno striscione filonazista su un cavalcavia in autostrada. A questi vanno aggiunti in particolare ‘hate speech’ (discorsi incitanti all’odio); per esempio, commenti razzisti dei lettori lasciati sui quotidiani online o sui profili nei social media. Il presunto anonimato su internet allenta notevolmente i freni inibitori riguardo a ciò che si può dire, rilevano Gra e Gms. In Svizzera sono oggetto di episodi quotidiani di razzismo principalmente persone di colore, musulmani, Sinti, Jenisch e Rom. Prevenzione e informazione nelle scuole – si legge nel rapporto – unitamente all’impegno civile e a chiare prese di posizione politiche rimangono strumenti imprescindibili nella lotta al razzismo e alla discriminazione razziale. Le cifre relative all’antisemitismo nella Svizzera romanda, diffuse in febbraio, testimoniano di un fenomeno non nuovo in certi ambiti del razzismo: la banalizzazione della Shoah, l’Olocausto. Sono stati censiti – dal Coordinamento intercomunitario contro l’antisemitismo e la diffamazione (Cicad) – 150 episodi nell’insieme dei cantoni romandi. I casi più gravi hanno riguardato due aggressioni fisiche: dei ragazzi sono stati insultati e fatti oggetto di sputi; un uomo è stato aggredito e insultato per strada. Il Cicad, che si dice preoccupato, rileva che i siti internet di estrema destra, estrema sinistra, islamisti e di movimenti ‘dissidenti’ contengono assai sovente commenti antisemiti.
Il Tf: il colore della pelle non c’entra
Né razzismo né un’altra forma di discriminazione: con questa motivazione il Tribunale federale (Tf) ha respinto il ricorso di uno svizzero di colore che tre anni fa era stato controllato da agenti della polizia cittadina di Zurigo. L’uomo, un 43enne originario del Kenya che lavora come bibliotecario al Politecnico federale, si era rifiutato di consegnare i documenti ai poliziotti. Riteneva che lo volessero controllare a causa del colore della sua pelle. Sconfessato da tutte le istanze, ora dovrà sobbarcarsi – oltre alla multa – anche 1’200 franchi di spese giudiziarie.