Due nuovi Trasparenti a Mendrisio, per raccontare oggi una storia arcaica
Ogni anno, in questo periodo, Mendrisio espone i Trasparenti, oggetti pittorici e devozionali che abitano gli spazi aperti della città. Sono dipinti su tela incerata che fanno riferimento al Museo del Trasparente ospitato nella Casa Croci. Il 27 marzo verrà presentato il nuovo logo del museo e si celebrerà il rifacimento della X Porta, la cui pittura è stata affidata a Simonetta Martini e Anna Bianchi. La porta è grande, larga nove metri e alta 2,5 e attraversa la via Baroffio. Salendo verso Largo Bernasconi vediamo l’Entrata in Gerusalemme dipinta da Simonetta Martini con un piglio illustrativo. Si tratta di una storia raccontata in modo lineare, da sinistra verso destra, seguendo linee che ascendono lungo un declivio e si scompongono in una miriade di gradoni tutti dominati da un giallo che poi, nella superficie del cielo, si alterna a un turchese pallido. Sto evocando connotazioni cromatiche viste alla luce del sole mentre sappiamo che i Trasparenti sono concepiti per essere illuminati, dalla parte retrostante alla pittura, da luci artificiali. Il lavoro di Anna Bianchi è opposto, sincretico, stratificato con enorme impegno e ambizione. Si compone di quattro situazioni che descrivono episodi come la Nascita, l’Apparizione, il Sepolcro e in ciascuna di esse l’artista cerca di tenere insieme piani espressivi e opzioni narrative diversi. Vi è il rispetto per il racconto, ciascuno dei quattro componenti ha una parte dedicata alla presentazione del tema; sono piuttosto suggestive le soluzioni adottate nella seconda parte, dominata dal bianco del Sepolcro, dove la nostra immaginazione può fuggire voltando a destra verso la Fine o la Resurrezione; e nella terza, dominata dal Volto che, con iconicità che azzardiamo postmoderna, ci appare generosamente muto. Poi vi è la tassellatura di ampie parti dei campi pittorici; la scomposizione di forme in frammenti; il lavoro delle sfumature, talvolta d’impronta ottocentesca, altre a macchie omogenee; il paesaggismo e addirittura situazioni pop come nel caso della croce del secondo tassello. In comune, le due rappresentazioni hanno la sfida del racconto sensato, oggi, di una storia arcaica; in un coacervo di stimoli visivi, artistici, narrativi, culturali.