Il Ticino chiede scusa per quei ricoveri forzati
Un centinaio quelle sin qui censite e una quarantina quelle attese martedì prossimo, alle 11, nell’aula del Gran Consiglio, dove si terrà un doveroso – e tardivo, in Ticino come nel resto della Confederazione – momento commemorativo voluto dalle istituzioni che all’epoca dei fatti (e sino all’inizio degli anni Ottanta) chiusero entrambi gli occhi e non vollero capire che quelle scelte erano tutto fuorché educative. Stiamo parlando delle vittime ricoverate contro la loro volontà a scopo assistenziale o in realtà extrafamiliare. Figli di genitori considerati inadeguati, magari per patologie sociali o anche semplicemente perché definiti “asociali”. Migliaia di persone residenti in Svizzera violate nella libertà; un triste capitolo della storia recente della Confederazione, scrive oggi la nota governativa che annuncia la commemorazione ufficiale. Solo nel 2013 il Consiglio federale riconobbe ufficialmente “l’errore” con le scuse presentate da Simonetta Sommaruga, a nome di tutto il governo. Ora tocca anche al Canton Ticino, dove il fenomeno non è stato da meno e pur tuttavia le persone coinvolte faticano parecchio a ricordare ed elaborare quel difficile periodo vissuto nell’infanzia e che ha loro condizionato la vita. L’apposita legge federale, fra l’altro, prevede un risarcimento finanziario che presuppone però l’annuncio volontario. Martedì prossimo, dunque, il Ticino dedicherà a tutte le vittime dell’assistenza “obbligatoria” un momento particolare di dovuto riconoscimento del torto subito. Un atto simbolico importante che ridà dignità a chi fu costretto a perderla in tenera età. E si terrà, non a caso, nella sala del Gran Consiglio, là dove si decidono le leggi cantonali. Previsti diversi interventi, fra cui quelli di Manuele Bertoli, presidente del Consiglio di Stato e di Walter Gianora, presidente del parlamento. E verrà data voce anche a una vittima, Sergio Devecchi. In conclusione verrà presentata la scultura di Mattia Bonetti, artista ticinese, che sarà poi ubicata negli spazi dell’Archivio di Stato, luogo preposto alla custodia della memoria collettiva. L’evento è aperto al pubblico. La cerimonia potrà essere seguita dalle tribune del Gran Consiglio.