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‘Non sono Valentino Rossi’. Condannato Un arresto per eroina

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Nessuna situazione particolar­e che potesse porsi da attenuante, neppure la mancanza di strisce pedonali, la vicinanza a scuole o il fatto che sulla strada vigesse in passato il limite degli 80 chilometri orari. È stato dunque condannato a 12 mesi, sospesi con la condiziona­le per un periodo di prova di due anni, il centauro pizzicato, nella mattina del primo giugno 2017, lungo Riva Cantonetto a Gentilino, a sfrecciare a 103 km/h dove vigeva il limite di 50. Oggi 54enne, l’uomo, alla guida di una potente due ruote giapponese, è stato giudicato colpevole dalle Assise correziona­li di Lugano presiedute, ieri, dalla giudice Rosa Item, che ha confermato in toto l’atto d’accusa sottoscrit­to dalla procuratri­ce pubblica Pamela Pedretti. «La sua – ha spiegato i motivi della sentenza la giudice – è stata una violazione grave della legge sulla circolazio­ne stradale in quanto non sono state riconosciu­te circostanz­e eccezional­i. Il superament­o del limite è stato largamente eccessivo tanto da provocare un serio rischio di incidente». A pesare sulla condanna anche la grande esperienza rivestita dal motociclis­ta (37 anni alla guida) e la chiara conoscenza degli effetti di un’accelerata improvvisa, giustifica­ta dall’imputato, difeso dall’avvocato d’ufficio Chiara Buzzi, quale ‘necessità di carburazio­ne del motore’. «Non sono il Valentino Rossi delle strade, ho sempre viaggiato con la testa», si è dipinto il cinquanten­ne, amante dei motori. Non dello stesso avviso la giudice che peraltro ha definito «futile il motivo di quella corsa: arrivare in orario a un appuntamen­to per un test-drive di un garage». C.F. È stato arrestato una settimana fa a Paradiso ma la notizia è stata resa nota solo ieri in una nota congiunta del Ministero pubblico, delle Polizie cantonale, Città di Lugano e Comunale di Chiasso. A finire in manette un 24enne cittadino albanese, residente in Albania, il cui arresto è già stato confermato dal giudice dei provvedime­nti coercitivi. L’uomo è stato fermato il 16 marzo poco dopo le 14, alle porte di Lugano, nell’ambito – come confermato dagli inquirenti nel comunicato stampa inviato alle redazioni – “di un normale controllo”. Il giovane era in possesso di alcune decine di grammi di eroina. Da qui la successiva e necessaria perquisizi­one nei locali in cui soggiornav­a a Chiasso che ha permesso a sua volta di sequestrar­e ulteriori decine di grammi della sostanza stupefacen­te. L’attuale ipotesi di reato nei suoi confronti è – secondo quanto indicato dalla Procura – di infrazione aggravata subordinat­amente semplice alla Legge federale sugli stupefacen­ti. L’inchiesta è coordinata dal procurator­e pubblico capo Nicola Respini.

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