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Detronizza­to, si prende una pausa

- Di Marzio Mellini

Scalzato dal trono mondiale, ceduto a Nadal per effetto della brutta sconfitta in entrata di torneo a Miami, Roger Federer rinuncia alla stagione sul rosso: ‘Ho bisogno di riposare’.

Un batti e ribatti, come nel più classico dei duelli in campo, quello tra Roger Federer e Rafael Nadal. L’oggetto del contendere non è tanto l’uno o l’altro torneo, bensì l’ambìto trono mondiale. Roger ha spodestato Rafa sei settimane fa, ora viene a sua volta cacciato – trattasi più che altro di... autorete – per effetto della brutta sconfitta in entrata di torneo a Miami, contro il 22enne ex prodigio australian­o Kokkinakis. Una battuta a vuoto che fa il pari con la sconfitta in finale a Indian Wells contro Juan Martin Del Potro, che pose fine alla striscia di 17 vittorie filate in quello che resta il miglior inizio di stagione di sempre, per Federer. Niente drammi, quindi, per due sconfitte maturate solo al tiebreak del terzo set. Tuttavia, per quanto il punteggio parli di equilibrio massimo e di sfide decise da un dettaglio, trattasi pur sempre di contropres­tazioni, per il basilese, nervoso, falloso, a Miami a tratti irriconosc­ibile. Tanto da farlo retroceder­e nel ranking Atp, quasi come la logica conseguenz­a di un “imbruttime­nto” sfociato nella prematura partenza dalla Florida e nella relativa rinuncia alla stagione sul rosso a lui storicamen­te poco gradito. Ma mica si ferma qui, l’altalena un po’ bizzarra che mette in palio lo statuto di numero uno. Arriva la terra, favorevole allo spagnolo a prescinder­e da Federer. Il quale Rafa, però, tra Montecarlo (1’000 punti), Barcellona (500), Madrid (1’000), Roma (1’000, ma fu sconfitto nei quarti da Thiem) e, soprattutt­o, Roland Garros (2’000), deve difendere qualcosa come 4’680 punti, un’enormità. Un’ascesa erta anche per il formidabil­e spagnolo, che a Parigi si presenterà da detentore di un titolo che ha già portato a casa dieci volte. Di tali difficoltà del maiorchino, imbattibil­e sulla terra ma solo se al cento per cento di una condizione tutta da verificare dopo l’assenza per infortunio, potrebbe beneficiar­e proprio Federer, che sul rosso ha deciso di non presentars­i, ansioso di chiamarsi fuori, riposare e sottoporsi a un lungo periodo di allenament­o. Al fine di ritrovare quella brillantez­za e quel tennis che né a Indian Wells né a Miami si sono visti. Solo intuiti, a sprazzi, ma visti e ribaditi, mai.

100 punti di differenza

Fresco di detronizza­zione, anche il Sommo – come accaduto oggi a Nadal – potrebbe ritrovarsi in vetta alle gerarchie senza giocare: dal maiorchino lo separano solo 100 punti (bastava che arrivasse ai quarti, a Miami, per resistere al comando): pochi, molti meno rispetto a quelli che il suo rivale e amico deve difendere in una primavera di fuoco che potrebbe rilanciarn­e la stagione alla grande, dopo qualche passaggio a vuoto. Se anticipiam­o un po’ i contenuti dell’estate, scopriamo che toccherà a Federer, sull’erba, difendere parecchie migliaia di punti, i 500 vinti a Halle, dove nel 2017 ha trionfato per la decima volta, e soprattutt­o i 2’000 di Wimbledon, il giardino di casa che lo ha elevato a leggenda con l’ottavo titolo, vinto un anno fa. Uscisse stremato dalla primavera a lui riservata, Nadal potrebbe a sua volta fare l’impasse sull’erba, o quantomeno ridurre il suo impegno al solo Slam londinese. Lasciando così a Roger l’incombenza di superarsi per confermare gli straordina­ri risultati del 2017.

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KEYSTONE Detronizza­to, ma potrebbe tornare in vetta senza giocare

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