Voto 29 aprile, Unia ricorre al Tram
Il 29 aprile si avvicina e la campagna in vista della votazione popolare sul pacchetto di sgravi fiscali, varato da governo e parlamento unitamente a una serie di misure sociali, si scalda, anzi si surriscalda. Il sindacato Unia ricorre infatti al Tribunale cantonale amministrativo e ciò per separare le sorti della riforma fiscale da quella sociale. Ne ha dato notizia ieri la Rsi, precisando che i ricorrenti intendono in tal modo impedire che l’eventuale non accettazione degli sgravi blocchi, così come inteso da Consiglio di Stato e Gran Consiglio, l’entrata in vigore delle misure sociali. “Vogliamo che la gente possa esprimersi liberamente sulla riforma fiscale e non che il voto sia condizionato da questi piccoli interventi in ambito sociale, che tra l’altro noi non riteniamo risolutivi di quelle che sono le problematiche del cantone in generale”, ha dichiarato alla Rsi Vincenzo Cicero di Unia. Il Cantone “ha aggirato l’ostacolo legislativo proponendo una clausola che di fatto è politica, violando il principio democratico della libertà di voto”. Per Ivo Durisch, capogruppo in Gran Consiglio del Ps, partito che nella Conferenza cantonale dello scorso dicembre, ha deciso di sostenere il referendum contro gli alleggerimenti fiscali, «quello di Unia è un passo opportuno». Opportuno, afferma Durisch interpellato dalla ‘Regione’, «per fare chiarezza sull’oggetto sul quale i cittadini e le cittadine ticinesi saranno chiamati a votare il 29 aprile. Una chiarezza assolutamente necessaria per non incorrere nel rischio di una violazione della libertà di voto e dell’unità di materia, mischiando due oggetti – pacchetto fiscale e pacchetto sociale – che perseguono scopi differenti».