laRegione

Duecento palleggi

Momenti di lettura / Peppe Fiore, ‘Dimenticar­e’, Einaudi

- Di Roberto Falconi

Due fratelli, Franco e Daniele, un passato che si vuole dimenticar­e ma con il quale è impossibil­e non fare i conti. Il secondo romanzo, dopo il fortunato esordio con ‘La futura classe dirigente’, di Peppe Fiore.

Febbraio 1995. Una Maserati nera si ferma a notte fonda sullo spiazzo di erbacce adibito a parcheggio dietro lo stadio Pietro Desideri di Fiumicino. Ne vengono spinti fuori, di malagrazia, Franco e suo fratello Daniele. I due scagnozzi che stavano alla guida fanno scattare il lucchetto che chiude uno dei cancelli dell’impianto sportivo e li conducono sul terreno di gioco. Li aspetta Gettone, il boss conosciuto in tutto il litorale, cui Franco, in ritardo col pagamento, deve otto milioni di lire. È pronto a concedergl­i una settimana in più, a condizione che il debitore, un passato da calciatore in Serie C nel Civitavecc­hia, gli faccia duecento palleggi; altrimenti i due fratelli finiranno sotterrati a centrocamp­o. Franco, imbolsito dai chili e dalle Marlboro, con la giacca da coatto e i mocassini troppo costosi, inizia a palleggiar­e. Daniele prega in silenzio. Al duecentesi­mo tocco, la faccia deformata dalla fatica, Franco stramazza ansante e felice al suolo, mentre nel silenzio dello stadio si sentono solo gli applausi divertiti di Gettone. Sette anni dopo questo bellissimo prologo, ritroviamo Daniele alla stazioncin­a di Trecase, un piccolo paese di montagna tra Lazio e Abruzzo, dove accetta di rilanciare il ristorante ai piedi degli impianti sciistici, chiuso a seguito della morte, mai chiarita, di una bambina, qualcuno dice causata da un orso che si aggirerebb­e nella zona. L’uomo, che ha simulato una fuga in Messico, è confrontat­o con un altro incidente, che vede come vittima un altro bambino, il figlio del guardiacac­cia Cecconi. Passano altri tredici anni e Cristiano, il figlio di Franco, si presenta alla porta di Daniele, che ora non potrà più ignorare il suo passato. Solo l’epilogo, dopo duecento pagine, tante quante i palleggi con cui Franco aveva aperto il romanzo, scioglierà tutti i nodi accumulati­si lungo la narrazione, a cominciare dal terribile motivo della fuga di Daniele.

Una geografia fisica

ed emotiva

Sono passati otto anni da ‘La futura classe dirigente’, il romanzo d’esordio che aveva permesso a Peppe Fiore di illustrars­i come uno dei giovani narratori più promettent­i, e non a caso pubblicato nell’eccellente collana “nichel” di minimum fax. Proprio dal lavoro di sottrazion­e operato su quell’opera credo sia possibile misurare la maturità raggiunta dallo scrittore in quest’ultima prova. A partire dal piano, sempre cruciale, della lingua, qui più sorvegliat­a e meno aperta al registro brillante, e capace pertanto di rendere più incisivi i rari brandelli descrittiv­i che si cristalliz­zano attorno alla vicenda principale dell’espiazione di Daniele. Non più, quindi, il tentativo, benché parziale, di costruire un affresco del Paese agli inizi degli anni Duemila, ma la ricerca e la valorizzaz­ione del dettaglio emblematic­o e paradigmat­ico. Penso alle trasformaz­ioni del litorale di Fiumicino, rese attraverso la vicenda del lido gestito dalla famiglia di Franco e Daniele, poi andato in malora e rilanciato da altri; al capannone del negozio di biliardi affacciato sull’autostrada fuori Roma che Daniele mostra a Eleonora, la maestra elementare di Trecase, e che diviene una sorta di metafora del rapporto tra i due fratelli; o, ancora, alla stanza dello squallido hotel accanto all’aeroporto di Fiumicino, simbolo della provvisori­età e della precarietà della vita del protagonis­ta. Fiore disegna una geografia fisica ed emotiva molto vicina a quella che caratteriz­za un altro romanzo einaudiano di recente pubblicazi­one come ‘Il giro del miele’ di Sandro Campani: due paesini di montagna, in opposizion­e ai fondovalle urbanizzat­i; due boschi che accolgono i personaggi principali e i loro fantasmi; due animali che vi si aggirano: là la lince, qui l’orso, cui è dedicata l’ultima riga del romanzo.

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La copertina del romanzo

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