laRegione

Non siamo a Rio, ma...

- Di Matteo Caratti

Nebiopoli ha lanciato l’allarme: ‘O la situazione cambia, o tra cinque anni potremmo anche non più esistere’. La situazione ricalca al contrario quella delle piste da sci, che tirano il fiato solo quando nevica bene prima di Natale e il bianco manto ci accompagna sino a Pasqua. I Carnevali maggiori si rilassano invece solo quando c’è stato il bel tempo, che ha permesso di incassare a sufficienz­a al momento del corteo. Il Ticino non è Rio, ma a Carnevale poco ci manca. Non si contano ormai più i comuni, o gli ex comuni, che montano capannoni settimane prima o subito dopo il Rabadan. Spazi diventati sempre più costosi anche a causa dei crescenti investimen­ti per la sicurezza. Tanto che ultimament­e si è persi- no deciso di bandirli ai minorenni, che pare creino non pochi problemi. Tutto questo fermento mascherato ai quattro angoli del cantone, che si dilata e arriva a occupare sempre più giorni, potrebbe anche aver creato qualche danno alle manifestaz­ioni tradiziona­li maggiori (un po’ meno a quello più consolidat­o della capitale). Ciascun mini capannone si specializz­a, ottimizza i costi e rosicchia una piccola fetta ai più grandi, che per forza di cose devono essere anche i più completi. Intanto, però, chi si diverte non si moltiplica a dismisura. E soprattutt­o chi si impegna quasi tutto l’anno, dietro le quinte dell’organizzaz­ione o fra carri da allestire e guggen da animare, fa sempre più fatica. È giunta l’ora delle scelte.

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