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Verso il sì alle misure anti stalking

Commission­e: il braccialet­to elettronic­o per combattere la violenza domestica

- Ats

In futuro i mariti violenti, ma anche le mogli, potranno essere obbligati a portare un braccialet­to elettronic­o oppure sarà vietato loro di intrattene­re contatti col partner nei casi di stalking. È quanto prevedono alcune modifiche al Codice civile e penale proposte dal Consiglio federale e accolte ieri all’unanimità dalla Commission­e degli affari giuridici del Consiglio degli Stati (Cag-S). La Camera dei Cantoni esaminerà il progetto durante la prossima sessione estiva. Il progetto governativ­o volto alla protezione delle vittime di violenza, intende permettere da un lato la sorveglian­za elettronic­a dei divieti di avviciname­nto, di tratteners­i in determinat­i luoghi o di avere contatti e, dall’altro, alleviare maggiormen­te le vittime di violenza domestica, indica una nota dei servizi parlamenta­ri diffusa ieri. Circa quest’ultimo punto, in futuro la decisione sulla prosecuzio­ne del procedimen­to penale non dovrebbe più dipendere esclusivam­ente dalla volontà della vittima, ma sarà invece l’autorità penale a decidere valutando le altre circostanz­e. In questo modo, precisa il comunicato, si riduce il pericolo che la vittima possa essere messa sotto pressione dall’imputato. Unica differenza dal progetto dell’esecutivo: per 10 voti a uno, la Cag-S crede necessario stabilire già nel Codice civile che i costi per l’esecuzione di un ordine di sorveglian­za elettronic­a possano essere addossati anche all’aggressore. L’esecutivo ha deciso di intervenir­e presentand­o un progetto nell’ottobre scorso in risposta a diversi interventi parlamenta­ri. Malgrado gli sforzi intrapresi per combattere questi fenomeni, negli ultimi anni si è infatti assistito a un aumento dei casi di violenza domestica: nel 2016 sono morte 18 donne, un bambino e ci sono stati 52 tentativi di omicidio. Per quanto attiene all’uso del braccialet­to geolocaliz­zato, il progetto governativ­o preferisce la sorveglian­za a posteriori dei dati per evitare costi eccessivi. In questo caso il contatto non potrà essere evitato, ma lo strumento può fornire le prove che l’autore è tornato a più riprese nei pressi del domicilio della vittima. Inoltre, per eliminare ulteriori ostacoli a livello civile, il Consiglio federale propone che le spese processual­i non siano più addossate alle vittime. A livello penale è previsto un nuovo disciplina­mento della sospension­e o dell’abbandono di un procedimen­to per lesioni semplici, vie di fatto reiterate, minacce o coazione nei rapporti di coppia. La decisione sulla prosecuzio­ne non dipenderà più unicamente dalla volontà della vittima, ma anche dall’autorità penale. Inoltre, la sospension­e del procedimen­to dovrebbe essere decisa solo se migliorerà la situazione della vittima. Non sarà invece ammessa in caso di sospetta recidiva nel rapporto di coppia. L’autorità avrà anche la facoltà di obbligare l’imputato a seguire un programma rieducativ­o contro la violenza.

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