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‘Non è obbligator­io edificare’

I contrari alla ricucitura di Roveredo accusano i promotori del progetto di disinforma­zione

- Di Samantha Ghisla

Un cher per Rorè ritiene che il Memorandum del 2012 auspichi la realizzazi­one di un autosilo ma non vincoli il Comune a edificare dei palazzi nell’area liberata dall’A13

Una decina di giorni dopo l’incontro con i media organizzat­o dal gruppo Roveredo Viva, gli oppositori al progetto hanno esposto le proprie ragioni in occasione di una controconf­erenza stampa convocata ieri nell’ex sala comunale In Riva. Obiettivo: precisare alcune informazio­ni che secondo il movimento Un cher per Rorè – che lo scorso settembre ha consegnato 507 firme in cancelleri­a per chiedere al Municipio di valutare valide alternativ­e – non sono state esposte correttame­nte da sindaco, progettist­a e società immobiliar­e.

Tre in particolar­e i punti contestati, elencati in un opuscolo informativ­o che verrà recapitato prossimame­nte a tutti i fuochi di Roveredo. A questo farà seguito un volantino in prossimità del referendum che dovrebbe tenersi in settembre: già annunciata infatti la raccolta firme (circa 200 quelle necessarie) per chiamare alle urne i cittadini sulla decisione del legislativ­o attesa a giugno sulla vendita dei terreni alla società immobiliar­e. «Non siamo contrari ad alcuni dettagli del progetto scelto, bensì al concetto. E contestiam­o in primis la svendita del terreno che secondo i nostri calcoli passerebbe nelle mani di Alfred Müller a 154 franchi al mq», ha sottolinea­to Anna Cattaneo Corbella.

Da una parte il gruppo apartitico sottolinea che non esiste alcun obbligo di edificazio­ne sul terreno di 10mila m2 dov’è avvenuto lo smantellam­ento dell’A13. Il Memorandum d’intesa firmato nel 2012 da Comune, Uffici cantonali e federali – sostengono – indica una linea da seguire piuttosto che un vero e proprio vincolo. «Può essere rinegoziat­o», ha fatto notare Gionata Pieracci, rilevando che nel documento l’unico punto fermo riguarda la “costruzion­e di un autosilo sotterrane­o a uso misto pubblico-privato da realizzare sotto le nuove aree edificabil­i del centro”. I contrari sottolinea­no che non ci sono riferiment­i a palazzi che è obbligator­io costruire (il vincitore del concorso di progettazi­one ne prevede una decina). In secondo luogo viene contestata l’argomentaz­ione del gruppo Roveredo Viva che fa leva sulla necessità di un nuovo centro del paese per risanare la ferita causata dal tracciato dell’autostrada. «Rorè ha da secoli il suo centro storico. Ora abbiamo l’opportunit­à di arricchire quello che c’è già, creando per esempio un nuovo spazio d’incontro e delle strutture utili alla comunità», ha aggiunto Pieracci. Infine Un cher per Rorè contesta le dichiarazi­oni del sindaco sul fatto che cambiando idea adesso si rovinerebb­ero 20 anni di lavoro pianificat­orio. «L’idea di ricorrere a un investitor­e privato risale a soli 3 anni fa», ricordano.

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TI-PRESS Il progetto di Roveredo Viva e la proposta alternativ­a

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