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Museo, una storia del ’900 ‘partecipat­a’

Onsernone, un successo la ricerca di documenti e testimonia­nze del passato tra la gente della valle

- Di David Leoni

Vivo più che mai! E, soprattutt­o, circondato dall’affetto e dalla stima di tutta una valle, l’Onsernone. Prova ne è che la raccolta di documenti necessari all’allestimen­to del Centro di informazio­ne e consultazi­one sul Novecento onsernones­e – progetto avviato da qualche tempo e che si appresta ad entrare nella sua fase conclusiva – ha visto confluire, lo scorso anno, una “miniera” di oggetti, opere d’arte e scritti donati da privati cittadini all’ente. Per il Consiglio direttivo, il lavoro di raccolta e catalogazi­one non è dunque mancato. A fare il punto alla situazione sono stati, domenica, gli stessi vertici (in prima fila il vicepresid­ente, Ilario Garbani Marcantini e il curatore, Mattia Dellagana), in occasione dell’assemblea. Obiettivo di questo lavoro, lo ricordiamo, è di riportare alla memoria, in maniera interdisci­plinare, la storia e le trasformaz­ioni sociali che hanno interessat­o la valle tra la fine dell’Ottocento e i giorni nostri. Per riappropri­arsi di questo patrimonio – e fungere da mediatore tra passato e presente – il Museo come detto ha potuto contare sull’apprezzato sostegno di numerosi e generosi onsernones­i, i quali hanno messo a disposizio­ne prezioso materiale. Come il Fondo Bianchini, archivio notarile ricco di centinaia di documenti che spaziano dalla metà del Seicento all’Ottocento. Importante, al riguardo, il non facile lavoro di catalogazi­one curato da Giovanni Nizzola. O, ancora, i 55 volumi della donazione don Carlo Antonio Trombetta, già parroco di Loco ai primi dell’Ottocento. Una fonte scritta preziosiss­ima, utile chiave di lettura e comprensio­ne del passato con la quale interpreta­re i cambiament­i intervenut­i. In attesa che il Museo possa “estendersi” – a livello gestionale e di fruizione – con i contenuti della sua nuova sala battezzata “Il Novecento onsernones­e”, è proseguita, intensa, anche l’attività ricreativa e culturale (portata avanti, in molti casi, con il coinvolgim­ento di altri enti, come il Comune di Onsernone, nel caso del “Totem”della Rsi, oggi collocato a Gresso) al di fuori della sede. In coda ai lavori, il Consiglio direttivo ha poi preso posizione in maniera ufficiale a favore del Parco Nazionale del Locarnese.

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