Museo, una storia del ’900 ‘partecipata’
Onsernone, un successo la ricerca di documenti e testimonianze del passato tra la gente della valle
Vivo più che mai! E, soprattutto, circondato dall’affetto e dalla stima di tutta una valle, l’Onsernone. Prova ne è che la raccolta di documenti necessari all’allestimento del Centro di informazione e consultazione sul Novecento onsernonese – progetto avviato da qualche tempo e che si appresta ad entrare nella sua fase conclusiva – ha visto confluire, lo scorso anno, una “miniera” di oggetti, opere d’arte e scritti donati da privati cittadini all’ente. Per il Consiglio direttivo, il lavoro di raccolta e catalogazione non è dunque mancato. A fare il punto alla situazione sono stati, domenica, gli stessi vertici (in prima fila il vicepresidente, Ilario Garbani Marcantini e il curatore, Mattia Dellagana), in occasione dell’assemblea. Obiettivo di questo lavoro, lo ricordiamo, è di riportare alla memoria, in maniera interdisciplinare, la storia e le trasformazioni sociali che hanno interessato la valle tra la fine dell’Ottocento e i giorni nostri. Per riappropriarsi di questo patrimonio – e fungere da mediatore tra passato e presente – il Museo come detto ha potuto contare sull’apprezzato sostegno di numerosi e generosi onsernonesi, i quali hanno messo a disposizione prezioso materiale. Come il Fondo Bianchini, archivio notarile ricco di centinaia di documenti che spaziano dalla metà del Seicento all’Ottocento. Importante, al riguardo, il non facile lavoro di catalogazione curato da Giovanni Nizzola. O, ancora, i 55 volumi della donazione don Carlo Antonio Trombetta, già parroco di Loco ai primi dell’Ottocento. Una fonte scritta preziosissima, utile chiave di lettura e comprensione del passato con la quale interpretare i cambiamenti intervenuti. In attesa che il Museo possa “estendersi” – a livello gestionale e di fruizione – con i contenuti della sua nuova sala battezzata “Il Novecento onsernonese”, è proseguita, intensa, anche l’attività ricreativa e culturale (portata avanti, in molti casi, con il coinvolgimento di altri enti, come il Comune di Onsernone, nel caso del “Totem”della Rsi, oggi collocato a Gresso) al di fuori della sede. In coda ai lavori, il Consiglio direttivo ha poi preso posizione in maniera ufficiale a favore del Parco Nazionale del Locarnese.