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Fenomenolo­gia del vuoto televisivo

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Volendo azzardare una ‘Fenomenolo­gia di Fabrizio Frizzi’ – indegna replica della celebre ‘Fenomenolo­gia di Mike Bongiorno’ che Umberto Eco scrisse negli anni Sessanta –, si potrebbe partire dal 23 maggio 1992, quando il conduttore andò in diretta poche ore dopo l’assassinio di Falcone, della moglie e della scorta. Frizzi entrò in studio in smoking, palleggian­do con un pallone da calcio. Certo durante la trasmissio­ne espresse “orrore e sdegno” per la strage e anni dopo, in un’intervista, parlò del “momento che considero più buio della mia carriera”, ammettendo che “forse dovevo essere più risoluto e tornarmene a casa”. Non si tratta, ovviamente, di mettere in dubbio la sincerità di Frizzi – che all’epoca era sposato con Rita dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto ucciso il 3 ottobre 1982 a Palermo in un attentato mafioso –, ma solo di notare come la sua risata e la sua leggerezza diedero un senso di normalità in uno dei momenti più tragici della recente storia italiana. Altro momento significat­ivo: ‘Per tutta la vita’. La trasmissio­ne, condotta da Frizzi alla fine degli anni Novanta (più un tentativo di resurrezio­ne nel 2012), prevedeva una sorta di gara fra due coppie di giovani promessi sposi per accaparrar­si una vacanza di due settimane ai Caraibi e un pranzo di nozze per duecento persone. Oggi – abituati, almeno chi guarda la tv italiana, a format ben più volgari – fa sorridere, ma vent’anni fa l’allora direttore generale della Rai, l’imprendito­re intellettu­ale Pier Luigi Celli, la definì vergognosa, incrinando i rapporti tra Frizzi e la tv di Stato. Il fatto è che Celli non aveva tutti i torti, nel condannare una trasmissio­ne così priva di contenuti. Certo non si può accusare Frizzi di volgarità televisiva, che arrivò dopo: fu, come detto, un gentiluomo della tv. Ma un gentiluomo di quella nobiltà autorefere­nziale e rinunciata­ria. Se per Eco Mike Bongiorno era l’emblema del trionfo della mediocrità, Frizzi è il trionfo della leggerezza e della mancanza di contenuti. Il che va tenuto presente, al di là dell’affetto e del rispetto verso una persona buona. IAS

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