laRegione

Intorno a Mount Messiaen

- Di Enrico Colombo

Venerdì scorso, al Kkl di Lucerna, mille melomani avvertiti, stimolati anche dal bel programma di sala, hanno trattenuto a stento i colpi di tosse da infreddatu­re di stagione e seguito con ogni attenzione “Des canyons aux étoiles”, una delle opere sinfoniche più importanti di Olivier Messiaen: 100 minuti di musica per 44 strumentis­ti, compresi i tre solisti, di pianoforte, di corno, di xilorimba (quasi una marimba) e di Glockenspi­el (un semplice xilofono). Un’orchestra alquanto piccola, ma commisurat­a alla sala del Lincoln Center di New York, dove nel 1974 ebbe luogo la prima esecuzione. Fu un evento clamoroso nella vita del mistico compositor­e francese. La mecenate Alice Tully desiderava un lavoro per commemorar­e l’imminente bicentenar­io degli Stati Uniti, Messiaen accettò l’incarico a patto di poter celebrare i paesaggi del West americano. Nel 1972 visitò con la moglie Yvonne Loriod i parchi naturali dello Utah, Bryce Canyon, Cedar Breaks, Zion Park, contemplò i colori del terreno, le rocce drammatich­e dei canyons sotto il sole e sotto le stelle, ascoltò il canto degli uccelli. Raccolse il materiale per una composizio­ne a programma, geologica, ornitologi­ca, astronomic­a e spirituale, che in America ottenne molto successo e a un picco roccioso dello Utah fu dato il nome di Mount Messiaen. In Europa il successo fu più contrastat­o. Archi che si affiancano alla macchina del vento, fiati che imitano il canto degli uccelli, borborigmi orchestral­i sovrastati dalla macchina della sabbia: le onomatopee in musica possono permettere qualche virtuosism­o strumental­e, ma non soddisfare ambizioni interpreta­tive. Le pretese agogiche dei rumori della natura sono inconsiste­nti come l’ingenua fede professata da Messiaen. “Des canyons aux étoiles” è un’opera suddivisa in dodici parti, che potrebbero anche essere eseguite separatame­nte. Penso che la sua esecuzione integrale sia un impegno molto grande soprattutt­o per il direttore e per il pianista. Finora al Lucerne Festival ce n’era stata una sola. Quella curata quest’anno da Matthias Pintscher con l’Ensemble interconte­mporain e l’Ensemble del Lucerne Festival Alumni è stata programmat­a per quattro esecuzioni in otto giorni: prima di Lucerna a Parigi, Bruxelles e Lussemburg­o. C’è stato anche un intervento scenografi­co,

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