Petkovic l’equilibrista
Da qui al Mondiale il tecnico dovrà gestire situazioni ed effettuare scelte che peseranno sul cammino della Svizzera
Va in scena questa sera alla Swissporarena di Lucerna (calcio d’inizio alle 19) contro Panama il secondo dei quattro atti che porteranno la Svizzera ai Mondiali di Russia (esordio il 17 giugno con il Brasile). Una partita nella quale per certi versi i rossocrociati sono chiamati a una reazione, dopo la magra impressione lasciata dalla vittoria per 1-0 (gol di Dzemaili) ottenuta venerdì in Grecia. Questione soprattutto di attitudine, come sottolineato nei giorni scorsi dal guerriero e giocatore simbolo della selezione di Vladimir Petkovic, quel Valon Behrami che stasera però non potrà dare l’esempio in campo, in quanto costretto a far ritorno anzitempo a Udine da un problema muscolare ai flessori di una coscia. Un compito di certo non semplice quello dell’ex tecnico di Lugano e Acb, chiamato a motivare e a compattare un gruppo composto da tante individualità, talenti, caratteri, ego che non sempre sono facili da gestire e unire. Per non parlare di alcune situazioni spinose, su tutti i pochi minuti accumulati in stagione da alcuni giocatori (ad esempio l’attaccante Haris Seferovic, ormai ai margini del suo club, il Benfica), ma anche l’infortunio “fantasma” del folletto Shaqiri, che non ha risposto alla convocazione per il campo di allenamento in Grecia per presunti problemi fisici ma che poi è sceso in campo per oltre 75 minuti con lo Stoke City. Tutte situazioni di cui “Vlado” deve tener conto, affrontare e se il caso trovare delle soluzioni nei due mesi che separano la Nati dall’appuntamento mondiale. «Vogliamo essere flessibili, ma anche restare fedeli ai nostri principi», ha glissato il tecnico di Minusio, non specificando il modulo e i giocatori – se non la titolarizzazione tra i pali di Roman
Bürki – che metterà in campo stasera contro la squadra del Centro America, la quale a differenza della Grecia, alla prossima Coppa del mondo ci sarà. Il tempo per gli esperimenti è ormai quasi scaduto (dopo Panama e prima di volare in Russia, gli elvetici affronteranno ancora Spagna e Giappone), ma probabilmente alla Swissporarena ci sarà l’occasione di vedere alcuni cambiamenti. Dovrebbe ad esempio tornare tra i titolari Johan Djourou, rimasto in panchina ad Atene e che dovrebbe fare coppia in mezzo alla difesa con Fabian Schär, per il semplice fatto che
quest’ultimo (finito in panchina a La Coruña) ha più bisogno di mettere minuti nelle gambe rispetto a Manuel Akanji, titolare a Dortmund. Probabile pure che a qualcuno vengano risparmiati minuti in previsione degli importanti prossimi impegni nei club, come ad esempio capitan Stephan Lichtsteiner che prima di ricevere martedì il Real Madrid nell’andata dei quarti di finale di Champions League, sabato in campionato riceverà il Milan di Ricardo Rodriguez, a sua volta chiamato a un rush finale in Serie A per cercare di agguantare un posto nelle prossima Champions
e che in questo senso mercoledì avrà il fondamentale scontro diretto con l’Inter. Discorso simile per Granit Xhaka e il suo Arsenal, che non può più lasciare punti per strada in Premier League ed è atteso tra 9 giorni dai quarti di Europa League con il Cska Mosca, dopo aver eliminato proprio i rossoneri. Capitolo a parte lo merita poi il reparto avanzato, con Petkovic chiamato a scegliere tra l’opportunità di tenere alto (o perlomeno non buttare sotto le scarpe) il morale del già citato Seferovic e la voglia di potersi mettere in mostra dal primo minuto del ticinese Mario Gavranovic, dopo la positiva mezz’ora giocata in Grecia. Senza dimenticare Josip Drmic, non schierato contro gli ellenici, mentre Dimitri Oberlin, in campo per una ventina di minuti venerdì, ha raggiunto la U21 di Mauro Lustrinelli per l’importante incontro di stasera con il Portogallo, valido per le qualificazioni a Euro 2019. In fondo, il compito di un selezionatore è (anche) questo: trovare e mantenere un delicato equilibrio. Quanto più ci riuscirà, tanto più la Svizzera sarà squadra al Mondiale. E una squadra vera, non ha (quasi) limiti.