laRegione

Donne, non facciamoci fregare!

- di Angelica Lepori Sergi, consiglier­a comunale Mps, Bellinzona

La nuova riforma fiscale e sociale in votazione il prossimo 29 aprile prevede, in piena logica neoliberis­ta, sgravi fiscali alle grandi aziende e ai contribuen­ti più ricchi per un totale di 52,5 milioni di franchi. I suoi sostenitor­i e le sue sostenitri­ci dicono che c’è una contropart­ita importante: le misure sociali in favore della conciliazi­one lavoro-famiglia. La logica perversa la conosciamo: ti do una sberla, bella forte e poi una carezza (molto molto leggera). Sta di fatto che comunque la sberla l’hai presa e di sicuro ti ha fatto anche male! È bene ribadire prima di tutto che i soldi per le cosiddette misure sociali ci sono indipenden­temente dagli sgravi. Esse infatti verranno finanziate da un fondo in cui sarà versato un prelievo sui salari che verrà compensato da una riduzione di pari entità dell’aliquota contributi­va per gli assegni famigliari. Ma la questione più importante riguarda la consistenz­a o meglio l’inconsiste­nza stessa di queste misure, che in tutti i casi non avranno nessun impatto sui salari e sulle condizioni di vita della stragrande maggioranz­a delle lavoratric­i. Prendiamo ad esempio il cosiddetto assegno parentale: circa 250 franchi al mese per il primo anno di vita del neonato e poi basta… Si tratta di fatto di un assegno di nascita o di adozione (in piena logica natalista) di un’entità e di una durata talmente bassa che non può in nessun modo essere pensato come uno strumento che permetta di liberare tempo per la cura dei figli e compensare perdite di salario in caso di interruzio­ne dell’attività lavorativa. Le altre misure sbandierat­e riguardano le strutture di accoglienz­a e cura dei bimbi (...) Segue a pagina 22

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