‘Persone con una grande dignità’
In Ticino si sono fatte avanti 160 vittime, persone, dai 50 ai 90 anni, di regola messe in istituto da piccole: vogliono parlare di un capitolo spesso mai aperto, capire perché siano stati allontanati da casa, c’è chi si è sentito in colpa, sbagliato, tutta la vita, un figlio di nessuno, alcuni covando un senso di ingiustizia. L’Archivio di Stato aiuta a trovare i documenti che testimoniano il loro percorso, utili anche per la richiesta di indennizzo a Berna. L’ascolto spetta all’ufficio del Delegato per l’Aiuto alle vittime di reato diretto da Cristiana Finzi: «Un aspetto interessante nell’ascolto delle storie di vita di queste persone, uniche peraltro e quasi mai raccontate neanche alle persone più care, è lo stato d’animo, il vissuto emotivo simile, condivisibile con le storie altrui: il sentirsi il figlio di nessuno, completamente dimenticato da tutti. Vissuti traumatici in famiglia ai quali si sommavano altre esperienze dolorose di maltrattamento e abuso vissuti nei collocamenti. Devo dire che ascoltando queste persone, attraverso le loro storie travagliate, emergono grande dignità e resilienza: alcune vittime hanno avuto un percorso psichiatrico ma altre sono riuscite a costruirsi una vita affettiva e professionale», spiega Finzi alla ‘Regione’. A fine marzo scade il termine per chiedere il contributo di solidarietà. Dopo questa data le vittime potranno continuare a rivolgersi ai due servizi.