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‘Quel prete che mi lasciava le caramelle sotto il cuscino’

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Un girone infernale con varie tappe: l’istituto Canisio a Riva San Vitale, poi l’istituto Santa Maria di Pollegio e infine un riformator­io in Svizzera tedesca. Dai 12 ai 18 anni, il luganese Fausto Tomasini, ultimo di 9 figli, senza madre perché andata via da casa, passa da un istituto all’altro, dove oltre alle botte e alle molestie viene dimenticat­o dalle autorità. Si trova solo tra adulti che dovrebbero istruirlo, ma tra loro si nasconde anche qualche pericoloso lupo: «C’era un prete che mi lasciava le caramelle sotto il cuscino. Non è stato l’unico a tentare di molestarmi. Ogni volta scappavo e li denunciavo, ma nessuno mi credeva», ci racconta Tomasini. Viste le continue fughe, viene spedito oltre San Gottardo. «Sono finito in un riformator­io in Svizzera tedesca, dove ho dovuto imparare a difendermi anche dai più grandi. Non vedevo mai la mia famiglia», dice l’uomo che oggi ha 71 anni. Gli fa piacere che lo Stato abbia ammesso di aver sbagliato e abbia chiesto scusa. Mentre lo dice gli vengono gli occhi lucidi. «Non sono ancora riuscito a raccontare quanto ho vissuto a mia figlia, l’emozione mi travolge ogni volta». La sua è stata una adolescenz­a dura, ma non ha perso la bussola. Grazie al tedesco appreso in riformator­io, dove ha preso il diploma di calzolaio, ha poi lavorato come rappresent­ante. «Mio padre non lavorava e a casa era dura, ma negli istituti era ancora peggio e nessuno mi credeva e difendeva». All’istituto Santa Maria di Pollegio c’era un prete di Bodio, che nel 1961 (come riportano i media di allora) fu condannato a 3 anni e mezzo per abusi sessuali su 11 ragazzi. Lui un padre l’aveva, ma l’autorità pensava di poterlo educare meglio!

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MORA Istituto Santa Maria di Pollegio quando c’erano Mora, Tomasini e Oliboni

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