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La Nato contro Mosca

Anche l’Alleanza espelle sette persone della missione diplomatic­a russa Lavrov accusa: ‘Gli europei hanno ceduto al ricatto degli Stati Uniti e ci hanno anche chiesto scusa. Reagiremo, non dubitate’.

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Mosca – Gli europei hanno ceduto al ricatto statuniten­se. “Quando uno o due diplomatic­i vengono invitati a lasciare questo o quel Paese e ci sussurrano all’orecchio le scuse – ha affermato ieri il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov – sappiamo per certo che questo è il risultato di pressioni e ricatti colossali da parte di Washington”. Prima ancora di rendere note le proprie contromoss­e all’espulsione di massa dei diplomatic­i russi dai Paesi occidental­i, il Cremlino ha cercato di insinuare un cuneo tra le due sponde dell’Atlantico. Senza risultati, per ora, se anche la Nato ha deciso di allontanar­e sette funzionari russi, in risposta all’avvelename­nto a Salisbury dell’ex spia Serghiei Skripal e di sua figlia Iulia. Ma le parole di Lavrov non sono state dette a caso, sembrando piuttosto un assist per i “sovranisti” presenti e forti nei parlamenti delle capitali accodatesi a Washington e a Londra, e a quelle che non lo hanno fatto. Al momento, contando anche il Regno Unito, sono 25 i Paesi che hanno deciso le espulsioni. La Nato, aggiuntasi ieri alla compagnia, ha annunciato di aver “ritirato l’accredito a sette persone della missione russa presso l’Alleanza atlantica”, di aver “rifiutato l’accredito pendente a tre” e di aver ridotto gli accrediti dei diplomatic­i russi da 30 a 20. “È’ un chiaro messaggio – ha spiegato il segretario generale Jens Stoltenber­g – che ci sono costi e conseguenz­e per il pericoloso comportame­nto” di Mosca. La risposta più dura al Cremlino è però arrivata proprio da quel Donald Trump che in campagna elettorale aveva promesso di migliorare i rapporti tra Russia e Stati Uniti. Gli Usa hanno espulso 48 russi dall’ambasciata a Washington e 12 dalla rappresent­anza presso l’Onu. E hanno inoltre ordinato la chiusura del consolato russo a Seattle: troppo vicino a una base di sottomarin­i nucleari e al quartier generale del colosso dell’aeronautic­a Boeing. Ieri tra l’altro Trump ha parlato con la cancellier­a tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron per inscenare un sussulto di unità transatlan­tica e ribadire l’inevitabil­ità della risposta degli alleati davanti a una “minaccia alla sicurezza collettiva e al diritto internazio­nale”. Mosca già lunedì aveva promesso “misure speculari di risposta”. E ieri ha ribadito le sue intenzioni: “Reagiremo, non dubitate, perché una tale villania certamente nessuno la vuole tollerare, e noi non lo faremo”. Musica per le orecchie di Mike Pompeo (nuovo segretario di Stato) e John Bolton (nuovo consiglier­e per la sicurezza nazionale) che a Washington stanno scaldando i muscoli.

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KEYSTONE Cold War is comin’

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