Righini (Ps): ‘La riforma fiscale penalizza il ceto medio’. Cicero (Unia): ‘Un vero inganno’
‘Non facciamoci fregare’. Chiaro e diretto lo slogan scelto dai referendisti che campeggia sull’opuscolo dedicato alla prossima votazione popolare sugli sgravi fiscali (50 milioni, a detta dei contrari) voluti dal governo e approvati a larga maggioranza dal parlamento. Sgravi e proposte sociali, dice chi sostiene il pacchetto, per 20 milioni all’anno a favore delle famiglie. «È un vero e proprio inganno» precisa Vincenzo Cicero, del sindacato Unia, che con Ps, Verdi, MpS, Pc, Giso e Forum Alternativo ha chiamato i cittadini alle urne per respingere il progetto. Il comitato referendario ha convocato ieri i giornalisti per ribadire che siamo di fronte «a una strumentalizzazione basata su presunte esigenze di adeguare il sistema fiscale del Ticino ed evitare così il fuggi fuggi delle aziende. Non è vero. Le imprese non scappano e anzi, il loro numero è aumentato. Chi se ne va – ha aggiunto Cicero – lo fa per altri motivi. Non c’è nessuna fuga; anzi, il numero dei grossi contribuenti è cresciuto». Gli sgravi fiscali – e di questo si tratta, o meglio si vota – non sono giustificati e «il governo aggira le leggi; questo è il dato politico» ha detto ancora il sindacalista Unia alludendo alla pubblicazione istituzionale sul voto che vincolerebbe le misure tributarie a quelle sociali. «È preoccupante constatare – ha detto Giuseppe Sergi dell’MpS – che i favorevoli non si esprimano sul pacchetto fiscale ma solo sui vantaggi sociali». Gli stessi, ha aggiunto, che in passato hanno approvato «massicci tagli alla socialità». Altro capitolo, l’MpS contesta anche il cosiddetto “patto” fra mondo imprenditoriale e socialità: «Le aziende non pagheranno un franco in più di quanto versano oggi». In verità si taglia nella formazione e si risparmia sugli assegni familiari – vedi precedenti politiche – cosicché «i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, e non è uno slogan» per dirla con Laura Riget di Gioventù socialista. In verità quello proposto è una vero «cavallo di Troia che va fermato, non portiamocelo in casa» ha detto Igor Righini, presidente del Ps. La riforma fiscale, ha precisato il leader socialista, «noi non la vogliamo e l’abbiamo detto a netta maggioranza. Chi vuole la riforma fiscale? Gli stessi favorevoli all’amnistia cantonale. Quella proposta – ha aggiunto – è una riforma che non fa il bene del ceto medio, ma avvantaggia solo i milionari e le grandi imprese». Se dunque le misure tributarie soddisfano solo chi molto ha, la riforma sociale è soltanto il ‘cavallo di Troia’ che sdogana il primo pacchetto. Sulla stessa lunghezza d’onda Manuela Cattaneo (Forum), Lea Ferrari (Pc) e Massimo Collura (Verdi): «È una riforma dannosa anche per l’ambiente e il territorio perché si aprono le braccia agli imprenditori che speculano».