‘Foletti (Lega) e Fonio (Ppd): ‘È un patto tra Stato, aziende e famiglie’
«Su una cosa voglio essere chiaro: i due pacchetti, quello sociale e quello fiscale, sono inscindibili». Per Michele Foletti (Lega), co-presidente del comitato dei favorevoli alla riforma fiscale, è chiaro come politicamente «se non vengono accettate le misure fiscali saranno a rischio anche quelle sociali, perché il rapporto uscito dalla Commissione tributaria è uno solo e l’entrata in vigore delle misure sociali è legata a quella degli sgravi fiscali». Una riforma che Foletti difende a spada tratta, anche perché «arriva già troppo tardi. Nel frattempo sia altri Cantoni sia altri Paesi europei si sono mossi sul tema della fiscalità. E noi non possiamo rimanere fermi al palo, continuando ad assistere alla fuga di contribuenti facoltosi». Nel 2015, informa il comitato, dei primi 100 contribuenti ne sono partiti 24. «E non stranieri – rincara Foletti – ma nati e cresciuti in Ticino, che vanno via per proteggere la propria sostanza». E se Giovanni Pagani (Plr) ha difeso le misure fiscali in merito allo sgravio dell’onere fiscale per il capitale delle persone giuridiche, quello per la sostanza delle persone fisiche (circa 7’000) e gli incentivi alle start-up, Giorgio Fonio (Ppd), terzo co-presidente, si è concentrato sulle misure sociali. «Io non faccio politica per peggiorare la situazione dei ricchi, ma per migliorare quella di chi è in difficoltà – ha affermato il sindacalista – e a 20 milioni per la conciliabilità scuola-lavoro, per un assegno di 3’000 franchi per ogni neonato in famiglie non abbienti, per il miglioramento degli asili nido io non dico no. Preferisco questa certezza a un eventuale contrattazione che seguirebbe a una bocciatura popolare». Nel comitato dei favorevoli figurano anche Marialuisa Parodi, presidente della Federazione associazioni femminili, che ha notato come questa riforma «aiuti molto le donne che lavorano» e Luca Bolzani, imprenditore, il quale invece pone l’accento sul legare la fiscalità a misure sociali, «perché il finanziamento del pacchetto sociale è tutto sulle spalle delle aziende, ma è un investimento sul futuro».