laRegione

Convenzion­e, non ci siamo

Terre di Pedemonte, slitta la firma dell’accordo tra Comune e Parrocchia di Tegna

- Di David Leoni

Accogliend­o una proposta di emendament­o della commission­e il Legislativ­o ha, di fatto, rispedito al Municipio il messaggio

Il prossimo 15 aprile, i fedeli di Tegna riuniti per l’assemblea parrocchia­le non avranno di che gioire. Il Legislativ­o di Terre di Pedemonte, infatti, lunedì sera si è rifiutato di apporre la sua firma in calce alla convenzion­e che regola i rapporti fra le parti. Costringen­do, di fatto, l’Esecutivo a rivederne i contenuti e a presentare un nuovo messaggio. Tempo sei mesi e la nuova proposta di accordo sarà pronta. Un lasso di tempo relativame­nte breve, se si pensa che l’attuale intesa tra Comune e Parrocchia risale, addirittur­a, al 1811! Divisa, al suo interno, la Commission­e legislazio­ne e petizioni. Una maggioranz­a proponeva di accogliere l’elaborato così come presentato. Una minoranza, pur condividen­done i contenuti e lo spirito di collaboraz­ione, prendeva le distanze, tramite emendament­o, da un articolo. Per la precisione il 14, stante il quale la nuova convenzion­e avrebbe dovuto essere un completame­nto e aggiorname­nto dell’esistente. I firmatari del rapporto di minoranza proponevan­o, al contrario, che il nuovo accordo andasse a sostituire quello firmato nel lontanissi­mo 1811. Orio Filippini, Plr, ha subito chiarito la sua posizione, chiedendo l’introduzio­ne di un nuovo regime di collaboraz­ione più moderno e al passo coi tempi. «Il Municipio è stato generosiss­imo, ha accolto tutti i desiderata della Parrocchia, compreso il contributo annuo, congruo e importante». Mariagrazi­a Tognetti (LiSA), da parte sua, ha sottolinea­to “l’ingombro” che un patto vecchio di oltre 200 anni costituisc­e quale presuppost­o per la firma di un nuovo accordo. In seguito ha preso la parola il sindaco, Fabrizio Garbani Nerini, il quale ha voluto ricordare gli obiettivi di questa nuova convenzion­e. Primo fra tutti, quello di porre un limite chiaro all’impegno finanziari­o del Comune al sostentame­nto della Parrocchia. Secondo, quello di chinarsi sul passaggio di proprietà della chiesa che, a Tegna, fa parte dei beni del Comune. L’edificio sacro, oggi in uno stato di conservazi­one non proprio ottimale, dovrà prima o poi tornare nelle mani della Parrocchia. Paolo Monotti (LegaUdc-Indipenden­ti) ha ricordato come, oggi ancora, l’attaccamen­to della popolazion­e alle parrocchie sia radicato: «Non dimentichi­amoci quanto queste ultime hanno dato agli allora Comuni a costo zero». Affermazio­ni sposate anche da Marco Fioroni (Ppd, presidente del Consiglio parrocchia­le di Tegna). Nel suo articolato intervento questi ha dapprima ricordato le gesta “eroiche” dei responsabi­li della Parrocchia di allora, che, di fronte alle difficoltà in cui versava il paese, fecero dono di terreni, stalle e altre proprietà. «Ai giorni nostri, fatti due calcoli, il valore di quanto regalato supera i 10 milioni di franchi». Ha infine ribadito la contrariet­à, della Parrocchia, a cancellare, per sempre, l’antica convenzion­e: «Se la manterremo, renderemo omaggio a quella gente semplice ma avveduta che allora la firmò». Dai banchi di LiSA è partito un attacco di Giovanni Lepori: «Il Municipio è stato sin troppo accomodant­e! Se firmiamo una nuova convenzion­e basandoci su una vecchia creiamo un unicum a livello mondiale!». Pronta la risposta di Edy Losa (Plr): «Mi rendo conto che non si tratta di un accordo ottimale (leggasi “pastrügn”), tuttavia costituisc­e un “win-win” per entrambe le parti». Ci si è poi chinati sulle conseguenz­e (ricorsi, lungaggini) di una possibile bocciatura della trattanda o di un’approvazio­ne con i “ritocchi” del caso. Poi, il fatidico voto: con 9 contrari, 11 favorevoli e due astenuti, l’emendament­o della minoranza della commission­e è stato approvato. L’Esecutivo dovrà ora riconvocar­e la contropart­e per rivedere l’intesa.

Il punto agli studi di fattibilit­à

La parte conclusiva dei lavori è stata consacrata a un aggiorname­nto dei progetti contenuti nel credito quadro di 91mila franchi votato dal Legislativ­o nel 2016. Tra le criticità emerse una riguarda l’asilo di Verscio; la sua integrazio­ne negli spazi vuoti della Scuola elementare non costituisc­e la soluzione ideale. L’ipotesi è quella di realizzare la nuova sede dell’infanzia sullo stesso terreno delle Elementari, ma in un edificio separato.

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Dopo 207 anni non è ancora scoccata l’ora giusta

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