laRegione

Con i gol s’allarga il sorriso

La pratica Panama è stata sbrigata dalla Svizzera con un 6-0 che dice tutto sulla differenza di valori in campo

- dall’inviato Marzio Mellini

Lucerna – Sono cambiati gli interpreti, rispetto al test contro la Grecia – ben otto titolari diversi, confermati solo Dzemaili, Embolo e Xhaka – ma soprattutt­o a cambiare è stato il risultato della partita che la Svizzera ha stavolta preso di petto, seppellend­o sotto sei reti il malcapitat­o Panama, qualificat­o sì per la prima volta ai Mondiali, ma talmente debole dal rendere un po’ interlocut­orio il peraltro eccellente risultato di Lucerna. Per poco attendibil­e che possa essere, il 6-0 maturato nell’amichevole della Swissporar­ena rappresent­a una degna chiusura di un collegiale aperto più di una settimana fa, consegnato ora agli archivi con un secondo successo (dopo quello di Atene) che è pur sempre una nota di merito, in un contesto internazio­nale, per quanto all’acqua di rose.

Sei cannonieri diversi

Al netto della pochezza del Panama, la Svizzera si gode la facilità con la quale è riuscita a centrare il bersaglio. Lo ha fatto quattro volte già entro l’intervallo, con Dzemaili, Xhaka dal dischetto (atterrato il tarantolat­o centrocamp­ista del Bologna, tra i più propositiv­i), Embolo e Zuber. Ha poi rincarato la dose nella ripresa con la firma apposta anche da Gavranovic, in campo dal 1’ al centro dell’attacco, e con il punto finale alla sfida di Frei, uno dei molti rossocroci­ati che Petkovic ha gettato nella mischia in corso d’opera, nel tentativo (riuscito) di dare un po’ di spazio e di gloria al maggior numero possibile di giocatori. Spicca, che alla festa del gol non sia riuscito a prendere parte Seferovic (sempre utilizzato da Petkovic quale terminale offensivo). Il suo clamoroso palo avrebbe meritato miglior sorte, ma è lo specchio delle difficoltà della punta del Benfica, in campo solo nella ripresa dopo aver applaudito dalla panchina le reti dei compagni di reparto. I quali (con Embolo) hanno interrotto un digiuno – per quanto attiene ai gol degli attaccanti – che durava da più di sei partite, per la pre-

cisione da 564 minuti. Fu proprio di Seferovic l’ultimo guizzo, nel 3-0 rifilato alla Lettonia lo scorso settembre (segnò l’1-0 al 9’). È un gol datato, che chiedeva una replica. Che non sia stato lui a spezzare l’incantesim­o, è forse emblematic­o e non lo aiuta, ma permette alla Svizzera un “rompete le righe” all’insegna dell’allegria, dopo aver anche messo un po’ a posto le statistich­e. I rossocroci­ati vengono restituiti ai rispettivi campionati con il sorriso sulle labbra e con il pieno di fiducia. Ne facciano buon uso, alle porte di due mesi cruciali, in chiave Coppa del mondo.

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Mario Gavranovic ha approfitta­to dell’opportunit­à di partire dal primo minuto

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