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Lugano, la ‘semi’ inizia malissimo

La semifinale numero uno senz’altro non sorride a un Lugano privo pure di Sanguinett­i, e che guarda il Bienne segnare

- Dall’inviato Christian Solari

Netta sconfitta per il Lugano nella prima sfida di semifinale. A Bienne i bianconeri sono stati battuti 7-3. Buona partenza, invece, per l’Ambrì che alla Valascia ha superato 4-0 il Kloten.

Bienne – Si chiude con una bagarre il primissimo atto della semifinale. Con Ronchetti che, poco felice del fatto che quelli del Bienne facciano del ‘surplace’ dietro la gabbia di Hiller per far sempliceme­nte passare i (pochi) secondi che mancano al termine, dà fuoco alle polveri. Al di là dell’avveniment­o episodico, si tratta del migliore dei segnali possibili in vista di gara 2, domani alla Resega. Per un Lugano che senz’altro cercherà di reagire, dopo aver già iniziato a farlo nel terzo tempo di ieri, nei confronti di un Bienne capace di segnare addirittur­a sette gol in poco più di due tempi. Sei dei quali a Elvis Merzlikins, mentre il settimo finisce sul conto di Manzato, subentrato al collega al 41’33’’ di un match a quel punto già deciso. Eppure, per i bianconeri l’inizio è dei migliori sia nel primo periodo, sia nel secondo tempo. Visto che per ben due volte sono gli uomini di Ireland a portarsi avanti per primi, grazie a Fazzini, autore della sua prima rete in questi playoff (0-1 al 5’34’’), e a una nuova invenzione del canadese Johnston con un’azione che sorprende tutti, Hiller compreso (1-2 al

22’04’’). A quel punto si può anche ipotizzare che ciò possa bastare per insinuare almeno il dubbio nella testa dei giocatori di Törmanen, i quali da dicembre in poi, cioè da quando in panchina c’è il finlandese, hanno perso la miseria di tre volte (!) entro il 60’. Invece, appunto, non basta. Anche perché l’iniziativa è quasi sempre dei padroni di casa, che non solo

recuperano un sacco di dischi a centropist­a, ma ne mettono pure molti di più sulla porta: 17 nel solo primo tempo, contro i tredici del Lugano ma in 40 minuti, però. Mentre il Lugano, oltretutto, sembra anche meno mobile del suo avversario. Nonostante in pista ci sia nuovamente Klasen (che se, a dirla tutta, si è illustrato soltanto in un paio di powerplay), accompagna­to

per l’occasione da un Emerson Etem utilizzato fin lì solo cinque volte da Ireland (e che non giocava da quasi un mese, cioè dal 5-0 al Davos nell’ultima di regular season). Tuttavia, a quanto pare, la scelta è di quelle obbligate, siccome sembra che Sanguinett­i sia acciaccato. Ma intanto, aspettando domani, e in attesa di capire per quanto ne avrà il povero Lajunen, non si può non sottolinea­re come l’assenza del difensore americano sia l’ennesimo colpo durissimo a un effettivo che – ora sì, si può dirlo sul serio – nel giro di un paio di settimane ha perso per strada addirittur­a un blocco intero. Visto che pure Chiesa è difensore, mentre Bürgler e Brunner sono ali e Lajunen centro. Incredibil­e. Ma sul serio.

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KEYSTONE Rajala, fuori immagine, mette a segno il gol del 4-1 sotto gli occhi di Pedretti

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