laRegione

È scomparso Geo Camponovo

È morto Geo Camponovo, economista e politico impegnato nelle istituzion­i. Aveva 80 anni

- di Aldo Bertagni

È morto domenica, aveva 80 anni. Prima in Gran Consiglio ticinese e poi in Consiglio nazionale, Geo Camponovo, liberale radicale, è stato punto di riferiment­o per molti.

Entrato in Gran Consiglio nel 1967, a trent’anni, aveva lasciato il parlamento cantonale nel ’91 per Berna. La politica? Era nato il 14 luglio...

«Partecipo volentieri, anche se voi state dall’altra parte». E sorrise, nel darci una vigorosa stretta di mano. L’avevamo invitato a una tavola rotonda, giornalist­i allora al GdP, lui fervido sostenitor­e dell’appena nascente ‘laRegioneT­icino’. Geo Camponovo è scomparso domenica scorsa a 80 anni. Era nato il 14 luglio, festa della Repubblica francese, lo stesso giorno che – 148 anni prima – un gruppo di parigini diede l’assalto alla Bastiglia, luogo simbolo della conservazi­one contro la modernità che allora s’ispirava ai “lumi”. Quelle stesse idee liberali che Geo Camponovo farà proprie per l’intera vita, come se nascere quel giorno non potesse offrire altro destino se non quello: l’impegno politico quasi trentennal­e, prima in Ticino e poi a Berna. Era nato a Faido, ma ha vissuto tutta la vita profession­ale a Chiasso dove aveva frequentat­o le scuole elementari. Conseguita la maturità commercial­e a Bellinzona, Camponovo aveva proseguito gli studi universita­ri a Berna dove aveva ottenuto prima la licenza e poi il dottorato, nel 1960, in Scienze economiche. Rientrato in Ticino, lavora dapprima come segretario della Verzasca Sa a Lugano e nel 1968 apre uno studio fiduciario. Ha 31 anni, dunque per i tempi è già un uomo fatto e finito, che deve costruirsi una carriera profession­ale e guarda con un certo distacco – magari anche velata simpatia – a quei giovani “agitati” che scendevano in piazza e in strada contro lo “Stato borghese”. E però l’impegno civile e politico non viene meno. Anzi. Anche perché, in quei tempi, “fare politica” era quasi un obbligo per la generazion­e che aveva studiato, forzatamen­te fuori dai confini cantonali, e tornava a casa con un bagaglio di idee e di esperienze da mettere a frutto. Per se e per la comunità. Nel 1967, a soli trent’anni, Geo Camponovo entra in Gran Consiglio (dove resterà sino al 1991) e due anni dopo, nel 1969, è membro della Direttiva cantonale del Plr e presidente distrettua­le del Mendrisiot­to. Sarà presidente del parlamento quasi dieci anni dopo, nel 1976/1977 e poi ancor più dentro la politica cantonale come capogruppo Plr dal 1989 al 1991. Anni impegnativ­i e interlocut­ori quelli a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta. Si stava consumando la fine di un’altra storia, quella che svanisce quasi senza colpo ferire con il crollo del Muro di Berlino. E se l’Europa, con la Germania in testa, alternava entusiasmo ubriacante a smarriment­o, il Canton Ticino iniziava ad avvertire i segnali di un cambiament­o imprevedib­ile, l’arrivo dei “barbari”. Era nata la Lega dei Ticinesi (17 gennaio ’91) e in Consiglio di Stato, in

quella legislatur­a 1987-1991, sedevano ben due socialisti (Bervini e Martinelli). Geo Camponovo lascia la politica cantonale per Berna, per il Consiglio nazionale dove resterà per una sola legislatur­a; nel 1995 non si ricandida. Il nuovo vento che

spirava a sud, in Ticino, ebbe il suo peso. Uomo di finanze e di gestione aziendale, per quarant’anni è stato alla testa, come presidente del Cda, della fiduciaria Mega Sa. Appassiona­to della vita, sportivo, attento e raffinato interlocut­ore. Per tanti anni analista acuto su ‘laRegione’. Sapeva dare valore, senza paraocchi ideologici. La sua presenza a Chiasso e dintorni, anche dopo aver lasciato la politica attiva, era per molti una rassicuran­te abitudine di confronto e persino conforto.

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TI-PRESS Uno degli ultimi interventi pubblici, sette anni fa in Comitato cantonale del Plr

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