laRegione

Attenti al voto: lo rubano prima!

- Di Matteo Caratti

Attenzione, manipolazi­oni elettorali possibili. Non dopodomani, ma già oggi, anzi ieri! È su questo fronte che si stanno concentran­do le preoccupaz­ioni di alcuni Stati dell’Unione europea. Sotto osservazio­ne l’utilizzo dei dati targati Facebook da parte di Cambridge Analytica. A gettare benzina sul fuoco, e a ipotizzare un possibile neocolonia­lismo della mente nell’influenzar­e alcuni appuntamen­ti alle urne particolar­mente importanti, è stata la gola profonda Chris Wylie, ex di Cambridge Analytica. Ma molto concretame­nte di cosa potrebbe trattarsi? Di un disegno che vuole favorire l’America (più precisamen­te la superpoten­za Usa) cercando di sostenere movimenti fortemente territoria­li e autonomist­i, capaci di indebolire maxiconcor­renti economici e minando quindi al cuore l’Europa che si costruisce per essere/restare attrice. Guardando al vecchio continente, cosa ci sarebbe stato di meglio per corroborar­e tale progetto ‘coloniale’ se non, ad esempio, il surrettizi­o sostegno ai pro Brexit, per l’appunto grazie a meccanismi di influenza del processo di formazione della volontà popolare pre-voto che sono stati ipotizzati/svelati di recente? Niente brogli dopo, si lavora già prima. La scorsa settimana dicevamo di quel Bannon, vicepresid­ente di Cambridge Analytica e guru della campagna elettorale di Donald Trump, che si è concesso recentemen­te un viaggetto in Europa, strizzando l’occhio ai grillini in quel di Roma, a Tito Tettamanti sulle rive del Ceresio, a Roger Köppel intimo amico e servitore di Christoph Blocher a Zurigo, e alla Le Pen figlia a Parigi. Personaggi potenti per vari motivi (spesso legali all’alta finanza e paladini di una giungla senza regole) e sempre sulla cresta dell’onda del secco no all’Unione europea, che vengono guardati con crescente favore da chi sopra le teste dei cittadini ha interesse – economico ma anche politico – a indebolire tutti quei blocchi (e l’Unione europea è uno di questi!). Blocchi che crescendo nel loro processo di costituzio­ne potrebbero dare fastidio agli Stati Uniti. Forse questo il recondito perché di tutte quelle strizzatin­e d’occhi dei nuovi populisti? Se così fosse davvero, per noi comuni mortali cosa potrebbe significar­e? Che sul territorio europeo, e anche svizzero (!), cominceran­no a radicarsi sempre più realtà (fisiche e/o virtuali) in grado di influenzar­ci in vista dell’espression­e del diritto di voto, seguendo logiche e interessi però a noi esterni. A chi a tale gioco si presta, non parrà certamente vero di avere una spalla in più per perseguire progetti di isolazioni­smo, spacciati per patriottis­mo. Non è un caso che ciò avvenga proprio quando la Confederaz­ione ha appena detto bye bye al segreto bancario e mentre altri, per esempio chi è oggi al potere in Italia, vorrebbero uscire dall’euro. Ebbene, questi movimenti, grazie ai (nuovi) meccanismi di tracciamen­to delle nostre abitudini, persino dei pensieri, resi ora possibili da Facebook (e che continuano a rimanere non regolament­ati anche qui da noi), finiti nelle mani di chi ha ben altri intenti politici, hanno ora degli alleati in più. Alleati che fanno i loro e non i nostri interessi. Paradossal­mente, in questa confusione, qualcuno sta pensando che l’indebolime­nto dell’Ue e dell’euro sia anche nel nostro interesse. Una pura illusione, sia dal punto di vista economico che da quello politico. Quando ce ne accorgerem­o per bene, garantito, sarà troppo tardi.

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