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Allo studio la Lia ‘light’. Il governo aspetta le proposte

Prima del messaggio il CdS leggerà il rapporto del gruppo al lavoro su possibili varianti. Senza garanzie Rossi (Uae): ‘Fra qualche mese ci saranno dei costi a cui far fronte. Noi intervenia­mo fino a un certo punto. Poi tocca al Cantone’.

- Di Chiara Scapozza

ll governo è disposto a concedere tempo. Senza però alcuna garanzia che le proposte “salva Lia” del gruppo di lavoro ad hoc, in arrivo in aprile, saranno tenute in consideraz­ione nel nuovo messaggio sulla Legge sulle imprese artigianal­i. Anzi. Di principio, il Consiglio di Stato ha già deciso, confermato e riconferma­to di chiederne l’abrogazion­e. Nemmeno l’incontro di ieri con i rappresent­anti della Commission­e di Vigilanza Lia, dell’Unione delle associazio­ni dell’edilizia (Uae) e dei sindacati Unia e Ocst è servito a far cambiare idea all’esecutivo, che alla luce delle sentenze del Tribunale cantonale amministra­tivo vuole chiudere l’esperienza dell’albo anti padroncini prima di infilarsi nel ginepraio di altri ricorsi e restituzio­ni degli importi. Per questo ha proceduto a posticipar­e il termine per il rinnovo dell’iscrizione alla fine dell’anno. «La questione della proroga crea ancora più confusione – commenta Renzo Ambrosetti, presidente della Commission­e di Vigilanza Lia –. C’è una disparità di trattament­o tra chi attende la fine dell’anno e chi si mette in regola con la legge». Veniamo all’incontro di ieri col governo. «Si sono detti disponibil­i ad attendere un nostro rapporto, prima di decidere in via definitiva – spiega –. Noi puntiamo a una versione della legge ‘light’: rivedremo campo di applicazio­ne, procedure, importo della tassa, eccetera». Con l’obiettivo «di rendere questa legge compatibil­e con il diritto superiore – aggiunge Piergiorgi­o Rossi, presidente dell’Unione delle associazio­ni dell’edilizia (Uae) –. Nel frattempo faremo pressione sui nostri associati (e sui non associati), per fare in modo che sostengano la Lia. Attualment­e le ditte che hanno fatto richiesta di rinnovo per il 2018 sono circa 950, 250 le nuove iscrizioni. Segno che c’è ancora gente che crede in questo apparato, messo in piedi con uno sforzo tutt’altro che trascurabi­le». Senza l’obbligo di rinnovo, l’albo degli artigiani riuscirà a stare in piedi finanziari­amente? «Per qualche mese sicurament­e, però poi è chiaro che dovrà far capo alle risorse del Cantone – risponde ancora Rossi –. Se il governo ha prorogato il rinnovo fino alla fine dell’anno, significa a mio modo di vedere che si assume anche la spesa. Una decina di giorni fa abbiamo scritto al Consiglio di Stato per far presente che ci saranno dei costi a cui far fronte. L’Uae risponderà per quanto si è impegnata a fare. Per il resto qualcuno provvederà. È chiaro che non è una bella situazione per chi ha fatto lo sforzo di mettere in piedi questa legge».

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TI-PRESS La matassa è sempre più complicata

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